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resto@ttivo #diaridalmondo - Senegal tra i primi al mondo nella gestione della pandemia: fortuna o competenza?

Proseguono i diari di resto@ttivo in arrivo dai Paesi in cui realizziamo i progetti. Oggi pubblichiamo quello di Tiziana Meretto, operatrice di sviluppo in Senegal:

 

In Senegal da quasi un mese a questa parte i casi di Covid-19 stanno diminuendo, il numero giornaliero di positivi non sorpassa la cinquantina e quello dei test è sempre intorno ai mille.

Si potrebbe tirare un sospiro di sollievo, si potrebbe pensare che il peggio sia passato, soprattutto se si guarda ai dati dalla rivista statunitense Foreign Policy, che, nei rilevamenti di settembre, inserisce il Senegal al secondo posto a livello mondiale per l’efficacia con cui ha risposto alla pandemia.

Competenze o fortuna? Molti fattori giocano a favore del Senegal: il clima, l’età della popolazione, ma anche una prima esperienza di gestione efficace di una epidemia di ebola nel 2014.

Dal punto di vista sanitario l’efficienza e la lucidità non sono mai mancate e la professionalità del personale medico ha permesso una gestione rapida ed efficace della pandemia. E la popolazione? Ancora oggi, in alcune zone del Paese ci sono persone reticenti a credere all’esistenza della malattia, molte fanno fatica ad applicare sistematicamente le azioni di contenimento del virus, altre pensano sia sufficiente affidarsi a Dio.

Ma è anche vero che molte persone hanno capito l’importanza della prevenzione e del controllo, dell’utilizzo della mascherina e del rispetto delle nuove dinamiche sociali a cui il Covid-19 ci ha portato.

Noi come VIS grazie al finanziamento della CEI dedicato alla risposta al Covid-19, nei mesi di giugno e luglio abbiamo potuto contribuire attraverso una campagna di formazione del personale sanitario e degli attori locali coinvolti nel progetto, ed una campagna di sensibilizzazione della popolazione nelle Regioni di Tambacounda e Kaolack, nella città di Thies e Dakar.

Nello specifico, con le nostre azioni abbiamo raggiunto quattordici distretti sanitari ed una ventina di emittenti radio; abbiamo realizzato video per i social network e Whastapp con messaggi di sensibilizzazione in pillole, abbiamo formato 100 lavoratori in ambito sanitario (tra medici, infermieri e personale di supporto) in tecniche di abbigliamento sanitario e trattamento del paziente positivo; abbiamo formato 245 agenti comunitari (tra insegnanti, formatori, leaders di associazioni di giovani e donne, persone influeti delle comunità, responsabili di mercati pubbici e stazioni) sulle modalità di contaminazione e metodi di prevenzione, sulle misure di contenimento e di gestione dei casi sospetti, affinché questi potessero trasmettere la lezione appresa ai membri delle proprie comunità di provenienza.

Probabilmente il Senegal ha avuto anche fortuna, ma non possiamo negare che di competenza ne abbiamo incontrata molta e, nel nostro piccolo, abbiamo contribuito a rinforzarla e migliorarla.