Eritrea: il lavoro come strumento di pace
“Per i giovani in situazioni di vulnerabilità la formazione professionale è lo strumento principale per ottenere un riscatto economico e sociale. Grazie alla formazione i giovani acquisiscono competenze tecniche e trasversali per aumentare le proprie opportunità lavorative e auto imprenditoriali”. Sono le parole di Chiara Lombardi, Coordinatore Regionale Programmi Africa Est per il VIS.
In Eritrea, il progetto biennale “Dialogare, formare, contrattare: il lavoro come strumento di pace”, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), nasce con il duplice scopo di favorire l’inserimento lavorativo della popolazione, promuovendo opportunità e condizioni favorevoli per l’apprendimento permanente (lifelong learning), e di sostenere la crescita di un ambiente educativo orientato allo sviluppo umano integrale.
Al fine di migliorare le competenze professionali dei giovani eritrei, il progetto prevede di organizzare tre tipi di formazione differenti: l’aggiornamento professionale, pensato per formatori, orientatori e tutor aziendali, la formazione per persone disoccupate e, da ultimo, la realizzazione di corsi di aggiornamento per coloro che hanno già un’occupazione.
Nonostante la situazione pandemica attuale e le conseguenti restrizioni e misure preventive in atto per garantire il distanziamento sociale, gli impegni presi sono stati mantenuti. Il coordinamento efficace tra i partner e lo staff di progetto ha consentito di adattare prontamente le attività in programma alle necessità contingenti, rimodulando, ad esempio, le attività didattiche in modalità online.
Inoltre, il blocco navale del canale di Suez, causato dal portacontainer rimasto incagliato nel canale nel mese di marzo, ha comportato un forte ritardo dell’arrivo dei materiali necessari per l’allestimento di alcuni laboratori del Centro di formazione di Massawa e per il completamento del Social Media Centre di Asmara, ma gli operatori stanno lavorando per rendere pienamente funzionanti i due centri il prima possibile.
Il 31 maggio 2021 è terminata la prima annualità del progetto e il VIS, insieme a Nexus Solidarietà Internazionale Emilia Romagna, ente capofila, l’Istituto Sindacale per la Cooperazione allo Sviluppo (ISCOS) e Progetto Sud (PROSUD), sono pronti per portare a termine le attività previste.
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Foto credit Annalisa Vandelli