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Milana

Milana ha dieci anni ed è originaria di Toshkivka, nella regione di Luhansk. Il 24 febbraio 2022, all’inizio dello scoppio del conflitto, il suo villaggio è stato bombardato.

La vita è diventata insostenibile e i suoi genitori hanno deciso di trasferire tutta la famiglia nella vicina regione di Dnipropetrovsk, dove vivono ormai da circa un anno.

Milana e suo fratello hanno iniziato a partecipare alle attività organizzate dal VIS, che permettono a migliaia di bambine e bambini di trovare uno spazio sicuro in cui esprimersi, affrontare il trauma della guerra e dare un nome alle emozioni che provano.

Uno spazio in cui esercitare il loro diritto ad essere bambini. Durante uno degli incontri che hanno avuto, Milana ha confidato ad un’operatrice del VIS: “Faccio fatica a capire perché da un giorno all’altro la mia quotidianità di chiacchiere a scuola, studio e giochi con gli amici, abbia lasciato spazio alla paura. E mi spaventa che il mio fratellino non sappia ancora spiegare cosa stia succedendo”.

In Ucraina, nelle zone di Dnipro e nei villaggi del Sud e dell’Est del Paese, a cavallo della linea del fronte, il VIS insieme al CUAMM, capofila del progetto, stanno portando avanti il progetto “Intervento integrato medico-logistico a sostegno delle popolazioni più colpite dalla guerra nell'Est e nel Sud dell'Ucraina” finanziato da OCHA, l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari.

Il progetto prevede anche un intervento per migliorare il benessere psicologico delle fasce più vulnerabili della popolazione.

Al via un progetto per migliorare l’accessibilità all’assistenza sanitaria, il benessere mentale e la resilienza della popolazione ucraina a Dnipro

Dalla volontà del VIS di rispondere ad un bisogno espresso dalla popolazione locale, il 13 marzo ha avuto inizio il nuovo progetto “Intervento integrato medico-logistico a sostegno delle po

Nataliya

Nataliya proviene dal villaggio di Nyzhnye, nella regione del Luhansk ed ha quattro figli. Ci ha raccontato la sua storia di una vita normale, con un lavoro da custode nella scuola di Toshkivka a pochi chilometri da casa e dove i suoi bambini hanno studiato, ma che improvvisamente è stata travolta dalla guerra.

“La guerra su vasta scala è iniziata proprio il giorno del mio compleanno, il 26 di febbraio. Alle 4.45 abbiamo sentito potenti esplosioni nelle vicinanze per diverse ore e senza sosta. Al mattino la gente, spaventata, comprava di tutto nei negozi per poi fuggire in automobile. Nonostante dal 2014 convivessimo già con un conflitto, mai ci saremmo potuti immaginare l’intensità e la distruzione che questo avrebbe causato.

Noi non avevamo la macchina e quindi siamo rimasti a casa nostra che, nei giorni successivi, è stata colpita e distrutta da una granata. Io e le ragazze stavamo sistemando la legna da ardere in cortile e preparando il pranzo. Ad un certo punto ho sentito un’esplosione e dopo un paio di minuti, come una marea, una granata ha colpito la casa, un muro è caduto ma fortunatamente non c'era nessuno. Ci siamo rifugiati a casa di un vicino e abbiamo passato la notte nella cantina, per poi trasferirci nella scuola dove vivevano già diverse persone del nostro villaggio. In un paio di giorni eravamo già in 44 persone, di cui 15 bambini; dormivamo nelle classi sui materassini, faceva molto freddo perché mancava l'elettricità. Tutti portavano da casa quello che potevano.

Il 23 di marzo, verso mezzogiorno, un razzo è atterrato vicino al nostro rifugio senza esplodere, la sera stessa, una persona è morta colpita da una granata. La mattina dopo alcuni soccorritori ci hanno portato in autobus alla stazione di Zolotarivka. Da lì siamo partiti in treno per varie destinazioni. Io con i miei figli, un'altra famiglia e il nostro cagnolino “Caramella”, che è riuscito a salvarsi uscendo dalle macerie della casa, siamo stati portati a Leopoli dopo un viaggio durato due giorni e mezzo.

Non sapevamo dove andare. Ci siamo ricordati che Padre Oleg dei Salesiani di Dnipro, che aiutava la scuola già da otto anni, aveva lasciato il suo numero per ogni evenienza al preside.

Dopo aver contattato Padre Oleg, siamo stati così accolti nella “casa famiglia” dei Salesiani a Leopoli che ci hanno fornito di tutto quello di cui avevamo bisogno, compresa la cura del tempo libero dei nostri figli che sono riusciti a distrarsi un po’.

Successivamente ci siamo spostati a Mariapolis. Qui al campo sto cercando a mia volta di rendermi utile nella mensa comune e nella distribuzione di alcuni generi di prima necessita per gli sfollati. Inoltre, sono in costante contatto con i miei compaesani che hanno deciso di restare e ricevo notizie allarmanti. Non ci è rimasto più nulla, la nostra casa è stata distrutta, le persone a me vicine sono morte ma ci ricorderemo sempre dell’albero di ciliegie del nostro giardino che, ci hanno detto, è sopravvissuto ed ora è fiorito.”

Ora Natliya e la sua famiglia vivono a Mariapolis, una cittadella modulare, composta di tanti prefabbricati pensati per accogliere temporaneamente gli sfollati, allestita dal Comune di Leopoli in collaborazione con i Salesiani di Don Bosco e con il sostegno del governo polacco.

VIS
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Ladomila e Malina

“Non voglio piangere davanti a lei”. Ladomila, la mamma di Malina, come nel film "La vita è bella", cerca di raccontare la loro fuga dall'Ucraina come un'avventura e non come una tragedia. A 9 anni Malina è stupita da tutto ciò che sta scoprendo: un nuovo Paese, tante persone intorno, manifestazioni di affetto e solidarietà che non sa come interpretare.

Sono fuggite dall'Ucraina orientale lasciando i loro cari: “Abbiamo atteso due giorni l’autobus, facendo poi altri due giorni di viaggio insieme a tanti altri bambini con le loro madri, poi un altro giorno in treno fino a raggiungere il confine polacco”.

Alla frontiera, Malina ha ricevuto un peluche che abbraccia per dormire, e alla stazione centrale di Varsavia ha ricevuto un giocattolo. Ora sono al sicuro nel centro salesiano della città. I Salesiani in Polonia hanno già accolto più di 500 profughi e stanno lavorando per offrire altri 600 posti letto, ospitando principalmente donne e bambini di tutte le età e cercando di fornire loro uno spazio in cui possano sentirsi sicuri e protetti.

Il VIS e AIDDA insieme per l’Ucraina

“È dal 2014 che effettivamente ci sono scontri all’interno dell’Ucraina e i Salesiani ci sono sempre stati” ha affermato Chiara Lombardi, Direttrice Generale del VIS, la quale durante il w

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