Continua senza sosta il flusso di migliaia di palestinesi che dalla striscia di Gaza entra in Egitto attraverso la grande breccia aperta ieri nella barriera d'acciaio di Rafah, che chiudeva il confine, da un gruppo di miliziani forse vicini ad Hamas.
Inutili i tentativi iniziali della polizia egiziana di cercare di contenere la folla. Oltre trecentomila palestinesi, chiusi nella striscia di Gaza dal giugno scorso (quando cioé Hamas compì un colpo di mano militare contro le forze di Abu Mazen) sono sciamati nel Sinai egiziano, una marea di disperati che, a piedi, in macchina o a dorso di mulo, hanno sfondato il confine non con intenti rivoluzionari, ma solo per andare a cercare cibo e medicinali per i loro figli.
Continua senza sosta il flusso di migliaia di palestinesi che dalla striscia di Gaza entra in Egitto attraverso la grande breccia aperta ieri nella barriera d'acciaio di Rafah, che chiudeva il confine, da un gruppo di miliziani forse vicini ad Hamas.
Inutili i tentativi iniziali della polizia egiziana di cercare di contenere la folla. Oltre trecentomila palestinesi, chiusi nella striscia di Gaza dal giugno scorso (quando cioé Hamas compì un colpo di mano militare contro le forze di Abu Mazen) sono sciamati nel Sinai egiziano, una marea di disperati che, a piedi, in macchina o a dorso di mulo, hanno sfondato il confine non con intenti rivoluzionari, ma solo per andare a cercare cibo e medicinali per i loro figli.
E' stato presentato a Roma ieri 22 gennaio 2008 il rapporto UNICEF 2008 su "La condizione dell'infanzia nel mondo - Nascere e crescere sani" in concomitanza con il lancio internazionale a Ginevra. Secondo i dati riportati nel rapporto in tutto il mondo muoiono in media ogni giorno, soprattutto per cause evitabili, più di 26.000 bambini sotto i cinque anni. Vivono quasi tutti nei paesi i via di sviluppo, o più precisamente in 60 paesi.
La Chiamata Globale all'azione chiede ai movimenti sociali e alla società civile di tutto il mondo di mobilitarsi insieme per una giornata di azione contro la guerra, il razzismo, forme di colonialismo e i disastri ambientali causati dall'uomo.
L'idea della giornata di azione globale non è nuova. La Chiamata è nata dal Forum Sociale Mondiale ed è stata lanciata nel Giugno 2007 a Berlino da molti network internazionali.
Kobra Najjar è una donna iraniana che a 34 anni (oggi ne ha 44) fu condannata a otto di carcere e poi alla pena di morte.
È anche per lei che i firmatari della campagna "Stop alla lapidazione per sempre", chiedono alla Repubblica Islamica Iranica di abolire la lapidazione.
Kobra è stata costretta dal marito eroinomane a prostituirsi per 12 anni, fino a quando il marito non è morto, assassinato da un cliente della Najjar.
Entrambi sono stati arrestati e condannati a morte.
Ma secondo la legge islamica l'assassino può "comprare" il perdono della famiglia della vittima e ritornare libero. È quello che è successo all'uccisore, ma non a Kobra, in quanto ritenuta complice e adultera.
Sempre sotto i riflettori la Cina continua a fare la "prima donna" sulla scena internazionale, questa volta scendendo in campo a favore della salvaguardia dell'ambiente.
Il grande colosso mondiale, infatti, ha deciso di iniziare a contenere le proprie immissioni in atmosfera e il proprio livello di inquinamento adottando una serie di misure preventive degne di merito. Obiettivo: uno sviluppo più rispettoso dell'ambiente.
Ancora oggi si continua a parlare di mine antiuomo. Nell'anno 2007 sono stati numerosi gli eventi organizzati sul tema con particolare riguardo alle bombe cluster. L'ottavo incontro degli Stati Parte al Trattato di Ottava per la messa al bando delle mine si è svolta in Giordania a novembre 2007 dove si sono affrontati due argomenti cruciali del Trattato: la bonifica e l'assistenza alle vittime. Rammarica sapere che anche potenze mondiali come Francia e Ingliterra non solo non riusciranno a rispettare la scadenza per la bonifica fissata rispettivamente nel 2009 per la prima e 2010 per la seconda, ma non hanno nemmeno iniziato ancora il loro programma di bonifica nelle isole Falkland ed in Algeria.
Cominciamo bene. Se, come si dice, "Il buon giorno si vede dal mattino", questo 2008 lo cominciamo proprio bene... È il 2 gennaio, abbiamo subito ripreso a lavorare dopo gli ozi natalizi. I muratori keniani sono andati a Babcok, mentre io sono rimasto a Tonj a sbrigare del lavoro in assenza di Salvatore (un altro volontario VIS). Mi hanno detto che se fossi stato con loro le cose sarebbero andate diversamente, perché qui ancora il Bianco è sempre un Bianco... Boh, sarà... la cosa non mi conforta comunque.
Il Vis che da anni svolge attività di gemellaggi tra scuole del sud e del nord del mondo dedica un nuovo spazio al dialogo tra scuole, insegnanti, educatori animatori, studenti di differenti paesi. I gemellaggi Vis propongono scambi tra docenti ed educatori di differenti contesti sulla base della reciprocità e del dialogo alla pari tra diverse realtà umane, economiche e culturali.
Nel desiderio di dare maggior rilievo al lavoro che le scuole portano avanti con silenziosa fatica quotidiana, abbiamo pensato di strutturare all’interno della sezione dedicata ai gemellaggi uno spazio nel quale esse possano “raccontarsi” narrando agli altri qualcosa della propria esperienza di gemellaggio.
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