Jane è arrivata in Albania!
Pubblichiamo le prime impressioni di Jane, stagista del VIS in Albania:
"All’idea di venire in Albania, provavo un po’ di timore perché era un salto nel buio, non sapevo cosa mi aspettasse, ma ero volenterosa di imparare e mettermi al lavoro.
Appena sbarcata, l’ufficio immigrazione mi ha accolta chiedendomi che ci facessi in Albania ed io ho risposto di esser lì per studio. Questa mia risposta ha provocato grande stupore nei visi degli agenti: “Come? Studiare in Albania?”, increduli che qualcuno venisse addirittura dall’estero per studiare nel loro Paese. Per un breve attimo mi sono sentita confusa e spaventata, avevo il timore di aver fatto la scelta sbagliata a venire fin qui. Ma tutto è svanito molto in fretta quando, passata la sorpresa, mi hanno sorriso e detto di essere contenti che una persona straniera avesse scelto per studiare il loro umile Paese e mi hanno dato il benvenuto.
Uscita dall’aeroporto, il sorriso del signor Petrit mi ha accolto e ho capito di essere a casa! Nonostante le insormontabili difficoltà di comunicazione, è riuscito a far sentire benvenuta e a suo agio una kenyana in un luogo molto lontano da casa.
Ci sono volute due ore di strada attraverso splendidi paesaggi montani per arrivare a Koplik, nel Nord dell’Albania. Un posto molto tranquillo che ormai è diventata la mia casa lontano da casa e da qui è iniziata la mia esperienza nella cooperazione.
Questo mi ha ricordato che non bisogna per forza rimanere legati, col corpo e con la mente, al posto da dove veniamo, ma siamo padroni di fare di un altro posto casa nostra, di iniziare da capo e di scrivere un finale diverso e inaspettato del nostro libro.
Ed il nuovo inizio avviene qui, a Koplik, dove si trovano l’ufficio del VIS e il mio appartamento, dove le persone mi salutano con un “Si jeni?” (che significa “come sta” in lingua albanese), osservandomi e studiandomi, essendo l’unica Jane in tutta la regione, con i miei capelli strani e ribelli. Una domanda si palesa nella testa: “Che ci fa qua questa ragazza tanto diversa da noi?”. Ma, tolto un po’ di stupore e curiosità legittima, le persone locali mi hanno subito fatto sentire benvenuta, mostrando una grande ospitalità, oltre al loro particolare umorismo.
Mi piace osservare le persone, i loro comportamenti e i loro rituali quotidiani. Parcheggiano la macchina dappertutto in strada, in seconda e terza fila, e lo fanno con la più totale nonchalance e nessuno si arrabbia. Risalta molto l’assenza totale di donne sedute nei bar. Gli uomini infatti dominano la via principale, trascorrendo ore e ore seduti ai tavolini degli innumerevoli locali.
Quando entro in un bar per un caffè, dopo una piacevole passeggiata verso il lago di Scutari, mi capita spesso di ricevere degli sguardi inquisitori, riservati a coloro che escono dai canoni tradizionali. Una mia collega mi ha poi spiegato che le donne non sono solite trattenersi fuori da casa tardi la sera.
Ho pensato che vivere in un altro Paese è sempre accompagnato da un cambiamento, quindi qualcosa doveva cambiare in me. “A change is as good as a rest” (anonimo) (Un cambiamento porta beneficio quanto un riposo).
L’Albania è un Paese unico dove la bellezza dei paesaggi è incantevole. Nonostante la barriera linguistica e culturale, questo luogo ha superato le mie aspettative da ogni punto di vista. La bellezza, la storia, le persone, la cultura esercitano una grande influenza su di me. La generosità e l’ospitalità del popolo albanese sono ineguagliabili. L’Albania è la mia nuova casa!
Ai miei amici con cui condivido l’appartamento, Angelica e Tommaso, alla mia responsabile Anna e a tutto lo staff VIS, tutti voi siete un nuovo capitolo del mio libro, grazie!"