Alice ci racconta il Black Soap in Ghana
Alice, in Servizio Civile presso lo staff VIS in Ghana, ci racconta il black soap, prodotto nell'ambito del progetto "LEEWYV" implementato dal VIS e finanziato dall'Unione Europea. Il programma ha infatti permesso a 500 donne in condizione di vulnerabilità di formarsi nella produzione del sapone nero.
"Se si digita black soap su un motore di ricerca, la pagina esplode di titoli dai toni entusiastici e promettenti: i 20 benefici del sapone nero, ecco il rimedio per la tua acne!, l’esfoliante divino per la tua pelle e buono anche per i capelli. I più attenti ai prodotti di cosmesi ne avranno senz’altro sentito parlare almeno una volta come di una soluzione miracolosa e assolutamente naturale in grado di risolvere qualsiasi problema di natura dermatologica, ridonare la vita ai ricci spenti, buono per il Pianeta e anche per la tua anima.
Al di là delle trovate di marketing e dei tentativi di greenwashing, qui in Ghana il black soap è molto di più di un prodotto cosmetico. È innanzitutto tradizione, una ricetta vecchia di secoli, tramandata attraverso le generazioni, che originariamente si ritiene essere stata importata dalle mercanti Yoruba che dall’ovest della Nigeria viaggiavano verso l’attuale Ghana per vendere peperoncino e pomodori. Localmente, infatti, il sapone nero è indicato dall’espressione alata samina, dove samina significa ‘sapone’ e alata indica le mercanti di peperoncino. Dietro a quel cubetto nero si nasconde la storia di un popolo (e di un impero, quello Ashanti) che è sorto ed ha prosperato anche grazie agli scambi commerciali e ai flussi migratori tra le popolazioni che abitavano la regione, secoli prima che si tracciassero i confini di Ghana, Togo, o Nigeria.
Ma il black soap è anche opportunità, un mestiere ricco di storia che può restituire indipendenza economica. Qui nella ex Brong Ahafo Region, nell’ambito del progetto LEEWYV implementato da VIS e finanziato dall’UE, 500 donne hanno raccolto questa eredità secolare e preso parte a dei corsi di formazione nella produzione di sapone nero. I corsi, orientati soprattutto alle donne più economicamente vulnerabili e che vivono con una disabilità fisica che le esclude dal lavoro agricolo (la principale fonte di sostentamento della regione), hanno non solo la finalità di aprire alle partecipanti l’accesso ad un’attività generatrice di reddito, ma anche di veicolare la formazione di quattro associazioni femminili nelle quattro principali località di attuazione del progetto: Dormaa East, Dormaa Central, Berekum East e Nkoranza North.
L’associazionismo femminile in Ghana è ancora poco sviluppato, ma racchiude vaste potenzialità in un Paese dove la maggior parte della popolazione è fortemente vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi di mercato e dove l’accesso al credito è generalmente molto limitato. Le associazioni saranno gestite in modo centralizzato da un Comitato che monitorerà la produzione e la distribuzione del prodotto. L’azione coinvolge direttamente anche le autorità locali, in particolare gli uffici di consulenza imprenditoriale e progettazione dei quattro distretti, che verranno chiamati a presiedere l’organo esecutivo delle quattro associazioni, insieme alle presidenti delle stesse, in una visione di stretta collaborazione tra pubblico e privato. Le associazioni verranno dotate di un deposito comunitario per la conservazione delle materie prime, progettato in collaborazione con l’Università di Reggio Calabria. Nel frattempo, è stato già approvato il piano di marketing unitario delle quattro associazioni, per la promozione di un prodotto interamente realizzato per mezzo di processi artigianali e con ingredienti di origine naturale reperiti localmente, quali olio di cocco, olio di palma, gel di aloe e miele. Il mercato è per ora esclusivamente locale, ma l’obiettivo è arrivare all’esportazione entro pochi anni.
Il famoso sapone nero, quindi, osannato dai blog di cosmesi naturale, in Ghana diventa sinonimo di empowerment, un veicolo di solidarietà e cooperazione al femminile, che racchiude tutta la forza di volontà di un gruppo di donne determinate a diventare protagoniste del proprio futuro."