Martina è arrivata in Ghana!
Dopo aver svolto tre mesi di tirocinio al VIS grazie al programma Torno Subito della Regione Lazio, Martina Misantoni, desiderosa di fare un’esperienza sul campo, ha deciso di partire come volontaria per l’Africa.
Qualche giorno fa Martina è arrivata in Ghana per ricoprire il ruolo di Assistant Country Director presso l’ufficio del VIS di Ashaiman e ci racconta le sue prime impressioni.
Sono passati circa dieci giorni dal mio arrivo ad Ashaiman: finalmente sono qui, in Ghana, Paese considerato il “gateway to Africa” per la sua stabilità politica e sociale, le sue bellezze naturali e per l’ospitalità e il senso di fratellanza dei suoi abitanti. Un viaggio sognato a lungo e meticolosamente preparato, con tanta emozione e decine di domande nella testa: “Riuscirò a comprendere davvero questa nuova realtà? Sarò in grado di cogliere le sue innumerevoli sfumature? Cosa mi aspetta una volta arrivata ad Accra?”.
Appena sbarcata dall’aereo sono stata travolta da uno stupore incantato e da uno smarrimento sorpreso, quasi una vertigine: ogni dettaglio, colore, suono e odore di Ashaiman attirava la mia attenzione. Inizio ad osservare, ad ascoltare, a domandare, in un contesto tutto nuovo che presto diventerà il mio quotidiano: il cielo velato di grigio tipico della stagione delle piogge, le strade di rossa terra battuta, il brulicare vitale di persone socievoli e riservate che sorridendo ti danno il benvenuto, “Obroni akwaaba!”, la loro profonda dimensione spirituale e religiosa fatta di antichi proverbi pronunciati a bassa voce dagli anziani e da preghiere cantate a squarciagola, i colori vivaci dei tessuti kente, i mercati infiniti dove polvere e spezie si mescolano in vasi di rame o bronzo su cui risaltano i simboli tradizionali Adinkra. Ognuno ha un significato filosofico e storico particolare. Il più popolare qui ad Ashaiman è il “Gye Nyame” che rappresenta l’onnipotenza di Dio.
E poi il cibo di strada che tenta i passanti ad ogni angolo o semaforo della cittadina: platano fritto, noci di cocco, caramelle morbide allo yogurt, pannocchie grigliate offerte agli autisti bloccati in un traffico caotico, dove tro tro e pulmini carichi di passeggeri su cui campeggia la scritta “No hurry here!” sfrecciano veloci. Ad Ashaiman ogni abitazione ha un’area dedicata alla vendita di prodotti alimentari, pulizia e cura per la casa oppure ad attività di falegnameria e carrozzeria, le donne in particolare, sono sempre operative dietro al bancone, pronte a darsi da fare.
Le domande che avevo in testa prima della partenza hanno ora lasciato spazio alla voglia di scoprire questa terra dalle identità multiple attraverso l’incontro con l’altro, sostando su altre storie che arricchiranno sicuramente la mia, aiutandomi a scoprire e scoprirmi.
Nelle prossime settimane avrò l’opportunità di incontrare le partecipanti al progetto LEEWYV implementato da VIS e finanziato dall’UE nella ex Brong Ahafo Region. Si tratta di donne economicamente vulnerabili che hanno partecipato a corsi di formazione nella produzione di sapone nero e di pomodori e che presto formeranno delle associazioni femminili per rafforzare la loro attività di produzione e distribuzione. Sarà un incontro prezioso, uno sguardo sulla società ghanese e sul ruolo della donna al suo interno che spero di poter raccontare presto in un nuovo articolo…!