"Mamma, papà: vado in Angola!"
Pubblichiamo il diario di Chiara Malacarne, volontaria SCU del VIS in Angola:
Ho sempre provato ad immaginare dove sarei finita da grande, sicuramente non mi sarei mai aspettata di arrivare fino in Angola! Quando si pensa all’Africa, infatti, non è di certo una delle località più note. Almeno non lo era per me!
Da sempre il volontariato fa parte della mia vita e mi ha permesso di viaggiare, scoprire contesti differenti e conoscere bellissime persone. Mi piace mettermi alla prova e fare nuove esperienze. Ho deciso di studiare cooperazione e sviluppo all’università anche se non avevo ben chiaro cosa avrei potuto fare dal punto di vista lavorativo. Il mondo della cooperazione era una sorta di calamita per me, ma ho capito che volevo diventasse il mio futuro solo dopo la prima missione a cui ho partecipato, in Messico.
L’interesse e la curiosità non mi sono mai mancate, quello che stavo studiando mi piaceva molto ma non mi sembrava abbastanza quindi ho deciso di cercare. Cosa cercavo? Qualcosa che mi desse la possibilità di sperimentare e mettere in pratica tutte le nozioni e i concetti appresi ed è stato per caso, come le migliori cose della vita, che è entrato in scena il VIS con il corso "Progettare lo Sviluppo". La formazione ha superato ogni mia aspettativa, mi ha messo alla prova con esercitazioni concrete dandomi nuovi strumenti da poter usare sul campo.
Non avevo preso in considerazione la possibilità di partecipare al Servizio Civile Universale, ma quando il VIS mi ha illustrato questa possibilità, raccontandomi dei progetti e delle attività che svolge nel mondo, l’Angola e il progetto sui minori in situazione di vulnerabilità sono stati amore a prima vista. Negli anni di volontariato mi sono confrontata spesso con bambini, ragazze, ragazzi e giovani in svariati contesti.
Avere l’opportunità di partecipare alle attività implementate qui a Luanda aggiunge un pezzetto significativo al mio puzzle di esperienze e crescita personale oltre che rappresentare una sfida data da un ambiente particolare come quello angolano. L’emozione nel periodo prima della partenza era alle stelle, dopo la selezione ho sceso le scale di casa di corsa e “Mamma! Papà! … Vado in Angola!”, non sapevo esattamente a cosa stessi andando incontro, ma non vedevo l’ora di scoprire cosa mi aspettasse.
Sicuramente non mancavano i timori: mi chiedevo se sarei stata all’altezza della situazione, se sarei stata in grado di interfacciarmi con una cultura e una lingua diverse, se sarei riuscita a relazionarmi con i miei colleghi. Queste paure sono svanite nel momento stesso in cui ho messo piede nell’ufficio del VIS qui in Angola. La prima parola che mi viene in mente pensando al mio arrivo qui è “familia”: i colleghi la usano sempre per fare riferimento al gruppo ed è proprio vero che in ufficio si respira l’aria di una grande famiglia, pronta ad aiutarsi, supportarsi e che mi ha accolta con immensa disponibilità dal primo momento.
Qui il tempo scorre in modo diverso e le giornate sembrano volare. In un solo mese ho avuto la possibilità di visitare varie volte i centri dei ragazzi e delle ragazze in situazione di vulnerabilità, conoscere diverse famiglie e partecipare alle uscite dell'equipe di strada che mi hanno mostrato un contesto completamente nuovo, difficile anche solo da immaginare.
Non vedo l’ora di poter condividere con voi gli sviluppi futuri del mio Servizio Civile, até já!