“Liberi di partire, liberi di restare”: in Gambia il VIS crea nuove opportunità professionali
Nonostante le difficoltà causate dalla situazione pandemica, in Gambia procedono le attività del progetto multi-paese “Liberi di partire, liberi di restare”, il quale si propone di contribuire a contrastare il fenomeno della migrazione irregolare delle giovani e dei giovani gambiani.
Il Gambia, infatti, fa parte della lista Paesi africani che registra un alto tasso di emigrazione irregolare a causa della povertà e, soprattutto, della disoccupazione giovanile.
In tale contesto si inserisce il progetto finanziato dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI), che si pone come obiettivo quello di migliorare le condizioni socio-economiche delle comunità più vulnerabili per offrire valide alternative alla scelta della migrazione irregolare. Lo scopo è, dunque, quello di creare nuove opportunità economiche per i giovani e le donne gambiane attraverso l’offerta di percorsi di sviluppo di competenze tecnico-professionali e di inserimento socio-lavorativo.
Le attività del progetto vengono implementate nei centri di formazione professionale gestiti dalla Congregazione dei Salesiani di Don Bosco nella costa occidentale del paese, nell’entroterra e nella regione di Banjul e i tipi di formazione professionale proposti ai giovani beneficiari sono molteplici: vengono erogati, ad esempio, corsi di lavorazione del metallo, di carpenteria e di sartoria.
Inoltre, il progetto ha finanziato la creazione di una fattoria per l'irrigazione di 10 ettari di coltivazioni di riso nel villaggio di Sutu Koba, nella regione dell'Upper, a cui è seguita una formazione dei beneficiari sull'agronomia del riso, le opere di canalizzazione e la distribuzione delle sementi di riso agli agricoltori.
La situazione pandemica attuale e le conseguenti restrizioni in atto per garantire il distanziamento sociale non hanno impedito di rispettare gli impegni presi. La risposta rapida dello staff di progetto ha consentito di adattare prontamente le attività in programma al nuovo contesto sanitario, rimodulando, ad esempio, le attività didattiche in modalità online.
I giovani formati si sono mostrati molto positivi rispetto alle opportunità che sono state presentate loro e, in particolare, hanno affermato che i corsi a cui hanno partecipato differivano dall’offerta formativa locale.
Un’altra importante attività del progetto è stata la formazione dei formatori locali. I corsi, ai quali hanno preso parte più di 100 beneficiari, vertevano soprattutto sulla consulenza e lo sviluppo della carriera dei giovani tirocinanti nei campi professionali e imprenditoriali e sulle modalità di trasferimento delle competenze apprese ai colleghi e alle generazioni future.
Inoltre, grazie al supporto dello staff del VIS e al fondo di investimento a cui hanno avuto accesso tramite il progetto, alcune giovani hanno dato vita ai loro orti: avere la proprietà legale dei terreni ha reso autonome le agricoltrici nella gestione del loro business.
L'acquisizione della proprietà legale degli orti ha permesso alle agricoltrici di superare le norme tradizionali, ancora vigenti nelle zone rurali, che impediscono a molte donne di controllare e possedere la terra. Queste donne possono finalmente decidere cosa produrre determinando il reddito che guadagneranno dal loro lavoro e hanno affermato di essere orgogliose del progetto, che ha permesso loro di elevare il proprio status all’interno della comunità, diventando un modello per donne e ragazze.