L’Angola, quella terra a molti sconosciuta!
Pubblichiamo il diario di Marco Lazzari, volontario in Servizio Civile Universale in Angola
L’Angola, quella terra a molti sconosciuta! Di certo lo era per me prima di partire per un anno di Servizio Civile Universale nella sua capitale, Luanda! Un paese avvolto dal mistero e che in fase di selezione ha attirato la mia attenzione. Fin da subito mi è stata descritta come una sfida, ed effettivamente lo è stata! Mi ha permesso di mettermi in gioco, di conoscere e superare molti dei miei limiti, di chiarire una volta per tutte “cosa volessi fare da grande”, se effettivamente mi sarebbe piaciuto o meno proseguire con una carriera all’interno della Cooperazione o se avessi dovuto reinventarmi.
Prima di partire dall’Italia, nei miei bagagli, erano presenti, oltre alla grande curiosità e chili di formaggi e affettati, anche numerose paure come: riuscirò a parlare portoghese e a farmi comprendere? Andrò d’accordo con i miei nuovi colleghi e colleghe? Sarò in grado di svolgere un buon lavoro? Mi piaceranno le attività a cui dovrò dedicarmi? Riuscirò a vivere in un Paese diverso da quello in cui sono nato e cresciuto? Sopporterò la distanza dalle persone care?
Dopo un anno, la risposta a tutti questi dubbi è “sì”. Non nego ci siano stati momenti difficili e che in realtà mi sia riscoperto un po’ 'mammone' e un po’ ipocondriaco. Il bello di questa esperienza è che, oltre ad avermi fatto creare nuove e bellissime relazioni, mi ha aiutato a rinforzare quelle già presenti, a farmi capire chi contasse realmente per me e quanto gli abbracci siano sempre più belli dopo mesi di distanza.
A Luanda, che mi piace definire come la 'città dai mille volti', dove a moderni ed imponenti grattacieli si contrappongono barrios (quartieri) di lamiera e cemento, ho dato il mio contributo all’interno del progetto “Sostegno e inclusione di bambini e adolescenti in situazione di vulnerabilità in Angola”, i cui principali obiettivi sono stati: rafforzare l’accompagnamento educativo e psicosociale e migliorare il percorso di reinserimento familiare. Ho prevalentemente interagito con un gruppo di 30 giovani ragazzi angolani in ex situazione di strada (con un’età compresa dai 16 ai 35 anni) che insieme all’educatore sociale David Rodriguez ho accompagnato nell’arduo percorso verso l’autonomia.
Non è stato facile relazionarsi e mettersi a confronto con le loro difficoltà, ma nonostante tutto Onjila iexile ia lebha (è stato un ottimo cammino) ed ora ho qualche fratello in più! L’Angola e le persone incontrate mi hanno insegnato ad avere una prospettiva differente davanti agli ostacoli, a non farmi abbattere, ad analizzare con la dovuta calma le problematiche, a trovare rapide soluzioni agli imprevisti oltre che ad apprezzare un buon piatto di riso e fagioli, e per questo gliene sarò sempre grato.
Comunque, un anno per scoprire un luogo non basta e per questo ci rimarrò ancora un pochino nella speranza di conoscere nuovi volti, nuovi contesti, storie e anche un po’ più me stesso!
Un forte abbraccio e a presto,
Marco