16 gennaio 2018 - Abbiamo fatto qualche domanda a Domenico, ex-studente del corso on line in Ambiente e Cooperazione internazionale, per comprendere meglio la sua esperienza e quanto questo corso sia stato utile all’aggiornamento del suo profilo professionale, in quanto esperto in ambiente e relazioni internazionali:
Hai partecipato all’edizione 2017 del corso online VIS “Ambiente e Cooperazione Internazionale”, con le sue molteplici componenti lezioni d’aula virtuale / laboratori / esercitazioni di gruppo / workshop finale a Roma. Per quale motivo hai deciso di iscriverti? Quali sono state le caratteristiche del percorso formativo che ti hanno colpito?
Ho deciso di iscrivermi al corso per soddisfare una mia esigenza formativa, già inserita in un percorso più ampio cominciato con un workshop sulla Theory of Change applicata al Logical Framework Approach (VIS) e altri workshop più o meno tecnici con altre ONG, per avvicinarmi al mondo della cooperazione e volontariato internazionale e conoscere le sue dinamiche. Alla base di tutto, oltre alla curiosità di approfondire il mainstreaming ambientale iniziandone a comprenderne i meccanismi e gli ambiti di applicazione, c’è il desiderio di intraprendere la strada del cooperante inteso come persona che, scevra da interessi economici, abbia come obiettivo il miglioramento delle condizioni di vita di ambienti sociali degradati o soggetti al degrado in tutti i suoi aspetti.
Pregi e difetti: che cosa ti sembra abbia funzionato e cosa invece miglioreresti?
La modalità webinar abbinata alla modalità “in presenza” è l’ideale. Avrei preferito un incontro in presenza in più nel mid term: fondamentale per rodare i gruppi. Altrettanto buona è la suddivisione in gruppi anche se i diversi componenti non partecipano con l’interesse e l’impegno profuso da altri. All’occorrenza bisognerebbe adottare criteri di selezioni testando la reale disponibilità dei partecipanti a prender parte attivamente alle esercitazioni. Buono il tutoraggio anche se dovrebbe semplicemente impartire linee guida iniziali e monitorare l’eventuale deriva. La scelta della lingua inglese è ottima perché consente di sintetizzare concetti e sopratutto facilita l’accesso alle informazioni.
Domenico, sei geologo, hai lavorato con l'Università, Enti pubblici, hai una lunga esperienza di progettazione e gestione di progetti finanziati dall'Unione Europea. In che cosa il corso Ambiente e Cooperazione Internazionale ti è stato utile?
Malgrado mi sia occupato di progetti a prevalente carattere ambientale devo precisare che l’impronta degli stessi, di tipo Top/Down per l’implementazione di direttive europee in paesi di nuova entrata UE o candidati, non lascia molto spazio all’applicazione del mainstreaming ambientale inteso nella sua principale peculiarità che è la trasversalità (società, benessere, salute, etc.). Credo, infatti, che il mainstreaming ambientale sia un concetto applicabile con maggior efficacia in progetti di tipo bottom/up aventi un numero maggiore di gradi di libertà.
Pensi di continuare il tuo percorso formativo su ambiente e cooperazione internazionale?
Mi piacerebbe molto approfondire l’argomento e ne sarei entusiasta anche nell’ottica di impegni più pratici sul campo.
Consiglieresti il corso ad un collega o ad un amico? Perché?
L’ho già fatto e spero raccolga il mio invito (ha già seguito il webinar di Dicembre). E’ un fisico toscano con il quale ho lavorato in Polonia e con il quale condivido punti di vista, idee e una buona dose di sensibilità.
Se dovessi riassumere il corso in una parola, come lo definiresti?
Stimolante
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