ARGENTINA (8 gennaio) - Luís Gerez, 51 anni, muratore, testimone chiave nei processi per le violazioni dei diritti umani compiute durante la dittatura militare in Argentina, era stato sequestrato la scorsa settimana nel nord del Gran Buenos Aires.
Lo avevano incappucciato e rapito mentre usciva da casa di un amico per andare a comprare la carne per l'asado.
Gerez, rapito la prima volta a soli 16 anni in piena “guerra sucia”, aveva riconosciuto tra i suoi torturatori del 1972 Luís Patti all’epoca poliziotto e poi importante personaggio della scena politica argentina.
Questa volta il governo ha reagito con immediatezza e decisione: già nella prima notte sono state perquisite decine di case e centinaia di uomini hanno continuato le ricerche incessantemente.
Due giorni dopo Gerez è stato ritrovato su un marciapiede, a torso nudo ed in grave stato di choc, dovuto alle percosse, alle bruciature sul petto e alle fucilate ricevute durante il sequestro.
Il rilascio è attribuito in grande misura all’energica azione del presidente argentino Nestor Kirchner, che sta portando avanti in maniera prioritaria la difesa dei testimoni nei processi contro le barbarie dei militari. Kirchner ha annullato le leggi di "obbedienza dovuta" e "punto finale" che avevano garantito l'impunità ai repressori responsabili della sparizione di 30.000 persone negli anni '70 e della più sanguinaria dittatura nella storia del paese.
Dopo più di 20 anni le bocche delle migliaia di giovani desaparecidos tornano a parlare, per urlare a tutti l’importanza dei diritti umani, come fondamento di uno stato democratico e di diritto.