Qualcuno dice che questa crisi globale rappresenta un'opportunità per i Paesi in via di Sviluppo per far sentire la propria voce e far valere i propri interessi all'interno delle istituzioni multilaterali in modo da poter avere un minimo di influenza nel rimodellare la globalizzazione economica. Affinché si riesca a tirare fuori il meglio da questa situazione però, i Paesi in via di Sviluppo devono avere molto bene in mente le loro priorità e i loro interessi ma anche riconoscere che avere più voce in capitolo comporta accettare di avere maggiori responsabilità.
Ma noi sappiamo di cosa trattiamo quando parliamo di finanza e sviluppo?
Per chi volesse approfondire queste tematiche, VISonline propone il corso "Finanza per lo sviluppo" che prepara le persone a vedere con senso critico la realtà, a sapere filtrare le notizie, a saper lavorare in contesti difficili, dove occorre prendere decisioni anche tenendo conto di quanto accade dal punto di vista economico nel mondo.
Torniamo alla crisi come opportunità globale.
Una volta che saremo fuori (prima o poi..) da questa crisi, Cina, India, Brasile, Corea del Sud e un pugno di altri paesi emergenti saranno infatti in grado di esercitare maggiore influenza sul modo in cui l'economia viene gestita dalle istituzioni multilaterali.
Questo avverrà come risultato di due forze correlate. Da una parte gli Stati Uniti e l'Europa verranno fuori dalla crisi finanziaria indebolite sia in qualità di attori economici sia come "detentori" della politica e del pensiero ortodosso. Non saranno più in grado di sostenere la posizione da leader indiscussi che ha sostenuto il multilateralismo negli anni che hanno seguito la Seconda Guerra Mondiale. A questo punto i Paesi in via di Sviluppo dovranno fare un passo avanti per colmare questa lacuna. D'altra parte, il relativo peso e l'importanza di questi Paesi nell'economia mondiale è andato via via crescendo. Quale paese ricco ormai può fare a meno delle importazioni Cinesi o di quelle provenienti dal Brasile?
Questo momento di crisi dunque può essere una buona occasione per farsi sentire e perché le grandi nazioni siano in qualche modo "costrette" ad ascoltare. Questo però comporta anche l'acquisizione da parte dei Paesi in via di Sviluppo di grandi responsabilità: non è possibile infatti fare richieste e aspettarsi che vengano soddisfatte senza un impegno in cambio.
Solo per fare qualche esempio: i Paesi in via di Sviluppo esportatori di capitali dovranno accettare una maggiore trasparenza nelle operazioni di gestione dei fondi sovrani e garantire che questi non vengano usati a scopi politici. Paesi come la Cina, l'India, la Russia dovranno accettare di sobbarcarsi il peso della riduzione delle emissioni di gas aderendo al protocollo di Kyoto.
Il prossimo 2 Aprile avrà luogo il summit dei G20 a Londra: i punti del documento finale presentato oggi dal Financial Times annunciano che si parlerà di impegno a combattere il protezionismo e a far ripartire le trattative per il commercio internazionale ma anche di soluzioni globali per combattere una crisi globale.
Le intenzioni, come spesso succede, sono buone. Vedremo quale sarà (se ci sarà) l'effetto sulla crescita, se si parlerà di equità, di sostenibilità, di sviluppo e, soprattutto, di responsabilità. Per tutti.
Se questi argomenti vi hanno interessato, allora il corso "Finanza per lo Sviluppo" fa per voi! Affrettatevi! Questi sono gli ultimi giorni per iscriversi!
Per info: corsionline@volint.it, o consultare il sito http://www.volint.it/scuola/index.htm