10 febbraio 2015 - Zavalan è un villaggio del Comune di Frasher, nel sud dell’Albania. Si trova all’interno del Parco Nazionale di Bredhi i Hotoves-Dangelli, la piu estesa area protetta albanese, istituita nel 2008 a pochi kilometri da Permet. Immerso nel verde e contornato da splendide montagne, trovandosi a piu di 1000 metri di altitudine si gode la neve d’inverno e il fresco d’estate: una meta perfetta, insomma, per una gita fuori porta.
Non è peró certo il paradiso per le circa 20 famiglie (parliamo di un centinaio di persone) che vi vivono stabilmente.
Oltre alle difficoltá legate al fatto di trovarsi in una zona rurale remota, il principale problema è rappresentato dalla ridotta capacitá del servizio di fornitura di energia elettrica, che prevede il reperimento attraverso un sistema di cavi dal villaggio di Frasher, distante 4 kilometri. La corrente raggiunge Zavalan con una potenza che non supera i 110 kilowatt, rendendo possibile solo usufruire della luce elettrica nelle ore serali, ma insufficiente per contemporaneamente disporre anche di un frigorifero, della TV, di una lavatrice.
Sono piu di 10 anni che gli abitanti e il Comune cercano una soluzione a questa medievale condizione di emarginazione, ma la mancanza di fondi ha sempre purtroppo impedito qualsiasi intervento. Ecco quindi che, non appena e’ stato possibile alle Municipalitá del distretto di Permet presentare dei progetti comunitari che, se approvati, avrebbero ricevuto un finanziamento nell’ambito del progetto “Buke, Kripe dhe Zemer” (Pane, sale e cuore) di VIS e Cesvi iniziato nel 2014 grazie al contributo del Ministero degli Affari Esteri italiano, il Comune di Frasher ha sottoposto relativi preventivi e costi al Comitato di Gestione dei Fondi. E quest’ultimo ha ritenuto prioritario cominciare a finanziare, tra gli altri, anche questo progetto.
Un nuovo trasformatore, da installare nella medesima Zavalan, è stato giá acquistato da Cesvi e al momento è costudito al villaggio, in attesa dello sglioglimento della neve, prevista per i primi di marzo, per essere installato e fornire finalmente energia elettrica ad una potenza di 220 kilowatt. Del trasporto del trasformatore, da Tirana a Zavalan, si è occupata la comunitá, che ha cosí partecipato con questo contributo in kind (in natura) alle spese dell’operazione. L’installazione è gia stata presa in incarico dal direttore dell’uffiico locale per l’energia elettrica, che al momento opportuno invierá ingenieri e manodopera competente.
Kutal invece è un villaggio che si trova lungo la valle del fiume Vjoses, distante pochi kilometri da Permet, nel Comune di Piskove. Qui il problema non è la luce, ma l’acqua. Acqua trasportata nelle case da un sistema idrico vecchio ormai di 20 anni, inadeguato alle esigenze delle circa 90 famiglie (500 persone) che attualmente vivono nel villaggio. Non tutte le abitazioni sono collegate alla rete idrica. Alcuni di coloro che ne erano sprovvisti, hanno cercato di risolvere il problema facendo da sè, collegandosi all’acquedotto in maniera abusiva, sottraendo cosí le giá scarse risorse anche ai legittimi fruitori del servizio comunale.
La situazione si era spinta ad un livello inaccettabile, tanto che giá dal 2012, il Comune aveva provveduto a predisporre un progetto di adeguamento e miglioria del sistema, prevedendo anche lavori di scavo per collegare alla rete le abitazioni che ancora non usufruivano del servizio. Ma ancora una volta, il problema non era la cecitá di politicanti distanti dai reali bisogni dei loro cittadini, quanto l’indisponibilità di fondi sufficienti a realizzare l’intera opera. Il Comune ha potuto cosí solo iniziare a lavorare sul sistema delle acque nere, ma per poter acquistare tutti i materilai necessari, i connettori, metri e metri di tubi, pagare gli operai affinchè realizzassero i lavori di scavo e canalizzazione, esperti che si occupassero del posizionamento dei tombini, si è dovuto aspettare la notizia che anche il progetto della riabilitazione dell’acquedotto di Kutal era stato approvato dal Comitato di Gestione dei Fondi.
Da fine dicembre, il progetto ha così avuto inizio, con un importante (da un punto di vista etico) contributo monetario anche da parte della Municipalitá stessa.
Tutti i progetti approvati tanto a nord dell’Albania per quanto riguarda il VIS, quanto a sud per il Cesvi, si caratterizzano per questo importante elemento della contribuzione/co-partecipazione da parte dei beneficari dei progetti stessi. Che siano apporti monetari, come nel caso dell’acquedotto di Kutal (o del trasformatore e dei cestini per la raccolta dei rifiuti di Kelcyre, o l’acquedotto di Bodar), o fornitura di manodopera o servizi (per lo piu messi a disposizione da membri della comunità che offrono il loro lavoro, le loro esperienze o i mezzi a loro disposizione), come per il trasporto del trasformatore di Zavalan (o dell’acquedotto di Rodenje), si tratta di un'azione con importanti risvolti positivi sul progetto stesso, coinvolgendone in maniera diretta i beneficiari che non ricevono passivamente un aiuto, ma, come affermato dalla Commissione Europea, diventano responsabili per la sostenibilità operativa e finanziaria dei loro progetti.
La stessa responsabilitá e partecipazione Cesvi l’ha ricercata nei candidati a frequentare il primo dei 3 corsi professionali organizzati sempre nel quadro del “Buke, Kripe dhe Zemer”, il corso per cuochi in cucina tradizionale, che verrá tenuto nella vicina Girocastro con un curriculum e un insegnante messi a disposizione dal Ministero del Benessere Sociale e della Gioventú. Nessuna diaria verrá fornita ai partecipanti, i quali al contrario hanno dovuto dimostrare il loro sincero interesse a partecipare al corso, dichiarandosi disponibili a pagare una simbolica quota di iscrizione (tranne nel caso di essere in possesso di registrazione all’ufficio di disoccupazione) direttamente al Ministero. Chi supererá il test finale, riceverá un certificato rilasciato dal dicastero stesso. Tanti auguri dunque ai primi 15 selezionati, che a febbraio cominceranno il training.
Silvia Longatti
Cesvi Albania