14 febbraio 2014 – Nella notte tra domenica e lunedi, una pioggia molto forte si è abbattuta su Bujumbura, colpendo con maggiore intensità i quartieri nord della capitale. Le notizie in questi giorni, si sono susseguite in maniera frammentata e fare il bilancio delle conseguenze è ancora piuttosto difficile. Margherita Fabbri, volontaria internazionale del VIS nel paese, ci dà degli aggiornamenti da Buterere.
Secondo la Croce Rossa di Bujumbura la stima per il momento sarebbe di almeno 68 vittime – travolte dalla furia dell’acqua mentre erano nelle loro case – mentre 81 sarebbero i feriti ed oltre 1000 le case distrutte, per un totale di 12.000 persone senza dimora.
Fonti non ufficiali parlano invece di 158 vittime e almeno 12.500 sfollati. Le nostre attività fortunatamente sono proseguite più o meno normalmente - a parte qualche lieve disagio dovuto all'interruzione della fornitura di energia elettrica in tutta l'area.
Alcuni dipendenti della Cité des Jeunes, cinque lavoratori della falegnameria e uno dei guardiani, hanno perso la casa, completamente distrutta dalle acque. Altri colleghi hanno subito danni di minore entità, come ad esempio case parzialmente allagate e, di conseguenza, materassi o mobili deteriorati. Alcuni non si sono potuti recare al lavoro per qualche giorno per gestire la situazione presso le loro case. Alcuni dei beneficiari hanno ugualmente riportato piccoli danni presso le loro abitazioni o all'interno dei loro atelier, come ad esempio lo smarrimento di documenti o di altri registri, ma in linea generale non sono stati segnalati problemi particolari.
Nei quartieri c'è un clima di forte solidarietà: ad esempio alcuni colleghi hanno chiesto degli anticipi sui salari per poter aiutare parenti o vicini colpiti dalle piogge. Solidarietà, ma anche un po'di rassegnatezza, mista al dolore.
Un commento che è risuonato più volte è stato: "C'est grave", dopodiché la gente è consapevole della propria povertà e dei propri limiti e così fa in modo che le cose vadano avanti come si può, finché si puo'. Ma, ripeto, questo è quello che ho percepito io.
In città stanno organizzando degli eventi per raccogliere fondi a vantaggio delle famiglie colpite.
Tra le zone maggiormente interessate dai danni, i quartieri di Buterere, Kinama, Charama e Kamenge, dove la maggior parte della popolazione abita in case costruite in mattoni di argilla cotti al sole, prive di fondazioni solide e che sono state distrutte dalla violenza dell’acqua.
In molte di queste zone, inoltre, le abitazioni sono costruite ad un livello inferiore rispetto al manto stradale e questo ha senz’altro contribuito ad aumentare l’intensità dei danni registrati. Secondo fonti non confermate, in alcune zone la pioggia potrebbe essersi abbattuta con maggior forza anche a causa di una serie di opere di edilizia in corso di realizzazione sulla collina di Gatungura, appena a ridosso dei quartieri di Kinama e Charama: qui i lavori avrebbero impedito all’acqua di disperdersi uniformemente, veicolando di fatto le piogge in un unico canale ed aumentando così la violenza dell’impatto dell’acqua sui quartieri a valle. Inoltre, circa l’80% della popolazione della capitale lavora nel settore informale, ed in seguito alle piogge della scorsa domenica anche numerose attività artigianali che si svolgono in ambienti adiacenti alle case o direttamente sulla strada sono state fortemente danneggiate, causando di fatto una riduzione massiccia delle entrate per molte famiglie.
Attualmente, nelle zone colpite dall’inondazione, la Croce Rossa locale ha allestito dei campi di accoglienza temporanei, mentre alcuni sfollati sono stati accolti in strutture pubbliche, quali scuole o uffici. L’acqua potabile e l’elettricità sono state ripristinate pressoché dappertutto nel pomeriggio di mercoledi e attualmente i volontari di Caritas e Croix Rouge si stanno occupando della disinfezione degli ambienti e della distribuzione degli aiuti alimentari.
Tra le tante notizie drammatiche, almeno un accenno di speranza. Un bambino di tre anni, dato per disperso, è stato infatti ritrovato dopo due giorni a 5 km dalla sua casa, praticamente illeso.
In molti si sono dichiarati sorpresi in seguito alla devastazione causata dalle piogge di domenica notte: sebbene infatti in Burundi sia attualmente in corso la “petite saison des pluies” (la piccola stagione delle piogge), acquazzoni molto più forti e prolungati si erano già abbattuti sulla capitale nelle settimane scorse, senza causare particolari danni. Ma quanto avvenuto non dovrebbe in ogni caso stupire, giacché non è altro che l’evidenza di problematiche di tipo strutturale da tempo note e ben visibili, che riguardano in particolare la presenza di infrastrutture e di abitazioni totalmente inadeguate per la maggior parte della popolazione. Rispondere all’emergenza in corso è dunque necessario, ma sarà centrale che delle riforme urbanistiche efficaci vengano quanto prima studiate e messe in atto dal governo, dalle agenzie internazionali e dai vari attori della cooperazione, per evitare che tragedie simili si ripetano.
Margherita Fabbri
Volontaria Internazionale VIS in Burundi