20 ottobre 2011 - Si è appena conclusa la nostra missione di monitoraggio in Bolivia: abbiamo percorso in lungo e in largo i 6 centri del Proyecto Don Bosco (PDB) a Santa Cruz de la Sierra, una rete straordinaria per il recupero e il reinserimento familiare e sociale di ragazzi di strada e a rischio, che il VIS sostiene e valorizza dal 2003.
Il progetto è stato fondato esattamente 20 anni fa ed è tutt’oggi animato dal missionario Padre Ottavio Sabbadin. Ad accompagnarci in questo cammino tra i centri, oltre allo stesso Padre Ottavio, ci sono i nostri volontari “storici”, Paolo e Giulia , e i volontari in servizio civile, Paolo e Valentina . Siamo qui per fare un punto sulle attività che si stanno portando avanti con il progetto finanziatoci dalla Conferenza Episcopale Italiana, così come per analizzare e valorizzare lo “strumento” del volontariato, per conoscere e superare insieme le criticità del Proyecto Don Bosco e confrontarci con l’Ispettoria boliviana per una collaborazione a livello nazionale.
Una missione tecnica ma soprattutto costellata da commoventi incontri con i ragazzi dei centri.
Ci emoziona conoscere e ascoltare la storia di Freddy: dalla vita in strada ha scoperto un percorso educativo e di crescita nelle case del Proyecto Don Bosco. Lo scorso anno è stato eletto all’unanimità portavoce dei ragazzi del Barrio Juvenil, il centro che sperimenta modelli di semiautonomia per ex ragazzi di strada che si accostano al lavoro. Oggi, a 19 anni, oltre a rappresentare il Barrio è anche insegnante di giardinaggio, ma ha già nuovi e chiari progetti per il futuro: “Voglio crescere ancora di più. Presterò un anno di servizio militare e dopo ho intenzione di dedicarmi alla mia grande passione, la scrittura” ci racconta.
Siamo toccate poi dalla storia di Peter. Ha 21 anni, ma il corpo minuto ce ne suggerirebbe solo 15; anche lui ex ragazzo di strada, vive al Patio Don Bosco, centro di accoglienza diurna per i ragazzi che vogliono venir fuori dalla strada - ma per Peter la casa è alle volte è aperta anche di notte; debilitato da una tubercolosi, e dopo essere stato picchiato in strada, è costretto a stare in sedia a rotelle, ma sta facendo fisioterapia ed è seguito con amore dagli educatori e dai volontari del centro. Sarà un cammino lungo ma si riprenderà.
Sono storie come queste che ci accompagnano nella nostra missione. Ci sediamo attorno a tanti tavoli a discutere, per capire e studiare possibili soluzioni ai problemi, chiedendoci ad esempio come perfezionare le competenze degli educatori e l’approccio dei volontari, o come migliorare il lavoro di prevenzione oltre a quello di recupero. A Cochabamba con Padre Cristóbal López, Ispettore Salesiano della Bolivia, ci soffermiamo a valutare come un lavoro così importante possa essere da esempio e da stimolo per un impegno educativo congiunto a livello nazionale. Riunioni, trasferimenti in aereo, visite ai centri, cambi di latitudine e altitudine, è una settimana da trottole, ma come sempre vale la pena e ritroviamo rinnovate energie: ci coordiniamo ancor più con lo straordinario lavoro dei missionari, dei nostri volontari e di tanti locali. Insieme per i ragazzi di Santa Cruz.
Simona Tornatore, desk VIS America Latina, e Valentina Barbieri, Responsabile Settore Volontari VIS
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