21 gennaio 2014 -Una giornata indimenticabile quella di domenica scorsa: Papa Francesco ha visitato l'opera salesiana del Sacro Cuore a Roma, incontrando tutti coloro che quotidianamente la rendono viva: salesiani, membri di altri gruppi e comunità religiose, rifugiati, giovani, famiglie e anziani. La visita pastorale di Papa Francesco, avvenuta nel pomeriggio di domenica, è stato un evento che ha lasciato nei cuori di ciascuno un segno della vicinanza del Papa a tutti gli uomini. All'incontro ha partecipato anche don Guido Errico, vice Presidente del VIS.
Alle quattro del pomeriggio Papa Francesco è giunto presso la casa salesiana, gremita di fedeli in ogni sua parte, sebbene una fitta pioggia e grandine cadessero ad intermittenza sulla gente riunita nel cortile. È stato proprio ai fedeli fermi all’aperto che il Pontefice ha dedicato il suo primo saluto.
Successivamente il Papa ha incontrato le diverse realtà della parrocchia, riservando anche in questo caso una particolare attenzione a quelli che la società ritiene “gli ultimi”: i poveri e i senza dimora che gravitano nella zona della stazione ferroviaria di Roma Termini e poi i rifugiati del programma appositamente elaborato per loro dalla comunità del Sacro Cuore.
Da pastore dell’intera popolazione della diocesi di Roma, Papa Francesco ha poi proseguito i saluti ad altri segmenti della comunità parrocchiale: i bambini battezzati negli ultimi mesi, i loro genitori, gli sposi novelli e le giovani famiglie; quindi, compiendo un gesto divenuto ormai abituale nel corso delle sue Visite Pastorali alle parrocchie romane, ha confessato cinque persone.
Poco prima delle 18 il Santo Padre ha presieduto la messa nella Basilica del Sacro Cuore, concelebrata anche dal Rettor Maggiore, Don Pascual Chávez. Nell’omelia, partendo dal Vangelo del giorno, il Santo Padre ha ricordato ancora una volta un punto chiave del suo magistero: la misericordia di Dio che non si stanca di caricarsi addosso i peccati degli uomini. Il Papa ha perciò animato i giovani affinché, sostenuti da questa consapevolezza, sappiano rivolgersi con fede a Gesù.
Dopo la messa ha salutato i malati e ha incontrato la comunità salesiana, con il parroco don Valerio Baresi e le suore Missionarie del Cristo Risorto. Presenti nell’occasione anche il Rettor Maggiore, il suo Vicario, don Adriano Bregolin, e il Consigliere per le missioni, don Václav Klement e il Consigliere per la Regione America Cono Sud, don Natale Vitali.
Prima di rientrare in Vaticano, Papa Francesco ha voluto incontrare anche i giovani della parrocchia; in un clima assolutamente familiare, ha dialogato con don Salvatore Policino, salesiano don Bosco, don Baresi e tutti i ragazzi presenti, cui ha rivolto lo stesso appello “a fare chiasso” che aveva fatto alla Giornata Mondiale della Gioventù a Rio de Janeiro. E ha anche ricordato che sin dal Medio Evo è stato chiarito il concetto che la Chiesa è in costante rinnovamento, per cui gli operatori pastorali, senza perdere la propria identità, sono chiamati a cambiare metodiche, trovare approcci diversi e a “sporcarsi le mani” per portare gli uomini a Dio.
A conclusione dell’intenso pomeriggio Giuseppe, uno dei giovani presenti, ha commentato: “Siamo rimasto colpiti da come il Papa passasse dal tono serio a quello affettuoso a quello scherzoso, senza che nulla stridesse. Nessuno si aspettava davvero tanta tenerezza paterna... una cosa è sentirne parlare, vederlo alla tv… altro è viverlo”.