Su Raitre torna "Radici". L'altra faccia dell'immigrazione

13 giugno 2013 - Dall’Ecuador al Senegal, dal Burkina Faso alla Cina: quattro storie di donne immigrate in Italia e delle loro “radici”. Quattro reportage firmati da Davide Demichelis con la collaborazione di Alessandro Rocca, in onda il venerdì in seconda serata su Rai3 dal 14 giugno.

C’è chi era venuta in Italia per un matrimonio e non e più ripartita, chi discende da un re, chi è tornata in patria per mettere a frutto quanto imparato nel nostro Paese, e chi parla un perfetto dialetto fiorentino. Fanta Tiemtorè dal Burkina Faso, Viviana Barres dall’Ecuador, Malia Zheng dalla Cina, Coumbaly Diaw dal Senegal: quattro donne, quattro storie di immigrazione raccontate dai reportage della nuova serie di “Radici –L’altra faccia dell’immigrazione” firmati da Davide Demichelis con la collaborazione di Alessandro Rocca e in onda il venerdì su Rai3 in seconda serata, a partire dal 14 giugno. Filo conduttore di ogni puntata – a partire dalla prima, dedicata a Fanta Tiemtorè - è il viaggio“indietro”, alle radici di una persona e della sua storia: un ritorno in patria per scoprire da quale ambiente vengono Fanta, Viviana, Malia e Coumbaly, ma che offre anche lo spunto per mostrare come vivono nel nostro Paese, chi frequentano, quali attività svolgono, come si sono ambientate.

“Le immigrate, parlando italiano – dice Davide Demichelis - comunicano direttamente al pubblico l'emozione di ritrovarsi immerse nelle loro origini, ma descrivono anche in prima persona le difficoltà che le hanno spinte a lasciare il loro Paese per venire in Italia. Lo sguardo attento e critico di queste persone ci offre un punto di vista originale, una prospettiva nuova nella scoperta di queste terre lontane e soprattutto delle origini di molti nostri concittadini. Da questi Paesi infatti, proviene poco meno di un decimo della popolazione italiana”. Demichelis, oltre a stimolare queste guide un po' particolari con domande e richieste di spiegazioni, vive anche le diverse situazioni del viaggio, avventurandosi in esperienze che aiutano a comprendere le caratteristiche peculiari di ogni territorio, le particolarità di ogni cultura e le differenze dalla nostra.

LE PROTAGONISTE

  • BURKINA FASO – FANTA TIEMTORE' – Venerdì 14 giugno

Suo nonno era re, suo padre però ha rinunciato al trono che ora è occupato da un’altra famiglia. Fanta, 36 anni, vive e lavora a Lecco, in un centro per anziani. Ma quando torna in Burkina gode ancora dei privilegi reali, ad esempio può andare a cavallo, pratica vietata alle donne nel suo Paese. Suona le percussioni e organizza spesso serate musicali ed altri eventi per far conoscere la sua cultura in Italia.

 

  • ECUADOR – VIVIANA BARRES – Venerdì 21 giugno

Vive a Genova, nella comunità di ecuadoriani più numerosa d'Europa. Solo nel capoluogo sono trentamila. Viviana, 40 anni, è emigrata in Italia vent'anni fa. Era venuta per partecipare al matrimonio di sua sorella e non è più tornata in patria. In Ecuador sognava di recitare nelle telenovelas, aveva un lavoro come cassiera e una promessa di assunzione in banca. Oggi fa l’agente assicurativa. Da quindici anni non tornava nel suo Paese.

 

  • CINA – MALIA ZHENG – Venerdì 28 giugno

Malia è un’immigrata di seconda generazione: è nata venticinque anni fa a Prato. La sua famiglia è originaria della provincia di Zhejiang, da cui proviene la gran parte dei cinesi immigrati in Italia, e vive a pochi chilometri da Firenze, a Campi Bisenzio: è il primo Comune d’Italia con un’assessore delegata esclusivamente ai rapporti con la comunità cinese. Malia è una cittadina italiana che ama raccontare le sue radici orientali, espresse in piacevole accento toscano, anzi: fiorentino. E’ laureata in Scienze Politiche, collabora con alcuni blog e vuole fare la giornalista.

 

  • SENEGAL – COUMBALY DIAW – Venerdì 5 luglio

Ha 42 anni, tredici dei quali li ha trascorsi a Parma, dove faceva l’infermiera e la mediatrice culturale. Nel 2008 è tornata in Senegal con due dei tre figli, mentre il marito continua a vivere e lavorare a Parma. Coumbaly in Africa vuole dare il suo contributo allo sviluppo: lavora in un progetto di cooperazione italo-senegalese, dove sta mettendo a frutto le esperienze e le conoscenze acquisite in Italia.