27 maggio 2014 - Ieri abbiamo tutti quanti sentito la notizia, per il momento non confermata, della morte, di Padre dall'Oglio.
Paolo Dall'Oglio aveva rifondato in Siria la comunità monastica cattolico siriaca Mar Musa. Fautore dei un costante dialogo interreligioso con il mondo islamico.
Nel 2011, quando scoppiarono i Siria le manifestazioni e i disordini, fece sentire la propria voce con un testo dove sottolineava l'esigenza di un dialogo ampio per una risoluzione pacifica dei problemi nel paese. Questo gli costò l'espulsione dalla Siria per volontà di Bashar al Assad.
Nel 2012 la Regione Lombardia gli ha conferito il premio per la Pace. si è impegnato attivamente nel processo di dialogo per la liberazione di un gruppo di ostaggi nell'Est della Siria. E' stato rapito nel luglio del 2013. Da allora rimbalzano notizie sulla sua scomparsa. Mai confermate.
il VIS è vicino ai famigliari di Padre Dall'Oglio in questo momento di difficoltà.
Qui di seguito il testo della notizia dato dalla Stampa.it di Giordano Stabile.
Giustiziato poche ore dopo il sequestro». Ma non ci sono riscontri
Torna l’angoscia sulla sorte di padre Paolo Dall’Oglio, rapito in Siria dai ribelli islamisti il 29 luglio del 2013. A dieci mesi di distanza dal sequestro, con l’angoscia che cresce sempre più, si fa vivo un testimone, Abu Ibrahim al Raqqawi, attivista che denuncia i crimini delle milizie islamiste a Raqqa, la città caduta nelle mani degli insorti dove è stato rapito il religioso.
Secondo Ibrahim Dall’Oglio sarebbe stato ucciso poche ore dopo il rapimento da un comandante saudita Kasab al Jazrawi, terrore della città. Ibrahim cita un militante islamico «presente al momento dell’esecuzione», poi pentito, che non avrebbe parlato fino a ora per «paura di essere ucciso».
Nel racconto del militante padre Dall’Oglio avrebbe cercato di mettersi in contatto con i comandanti islamisti che avevano preso il controllo della città «per tre giorni di seguito». Alla fine sarebbe stato arrestato dal comandante saudita, processato e ucciso poche ore dopo.
Il racconto è ricco di dettagli ma non c’è nessun riscontro né sul nome del testimone oculare né sull’attendibilità dell’attivista.Rami Abdel Rahman, presidente dell’Osservatorio siriano sui diritti umani, ong antigovernativa filoccidentale basata a Londra, ribadisce che «non c’è alcun indizio concreto dell’uccisione di Dall’Oglio». Secondo l’Osservatorio gli ultimi indizi indicavano che «era ancora vivo e i suoi sequestratori volevano aprire canali per negoziare il rilascio».
La Farnesina ha sempre seguito la linea del «massimo riserbo» proprio per favorire le trattative e arrivare a una conclusione positiva. Dalla Siria non sono mai arrivati segnali che indicassero un esito negativo per il religioso. Ma dopo dieci mesi non ci sono ancora risposte rassicuranti e le preoccupazioni aumentano
Non è la prima volta che ribelli rivali delle formazioni islamiste diffondono voci dell’uccisione di Padre Dall’Oglio. Già il 21 aprile l’Esercito libero siriano (Fla), formazione antigovernativa filoccidentale aveva smentito l’uccisione del religioso e ribadito che era nelle mani dell’Isis, lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante, il più potente gruppo islamista, vicino ad Al Qaeda, che controlla l’est della Siria da un anno e mezzo.
Fra Isis, Fla e altri gruppi islamici più moderati è in corso dall’inizio dell’anno una guerra nella guerra per il controllo delle zone strappate all’esercito di Bashar al Assad. La lotta intestina fra i ribelli ha rafforzato il raiss che ora ha ripreso il dominio di tutta la Siria occidentale, a parte Aleppo. A Nord comandano i ribelli curdi mentre l’est è un campo di battaglia.
I sauditi in un primo momento hanno sostenuto gli islamisti vicini ad Al Qaeda ma dopo gli orrori a Raqqa e in altre città «liberate» (esecuzioni sommarie, torture, crocefissioni) li hanno scaricati. In questo contesto va inquadrato il racconto che accusa il feroce comandante saudita. Distinguere fra propaganda e verità e impossibile. Prove certe della morte di Paolo Dall’Oglio, per fortuna, non ce ne sono.
Fonte: Giordano Stabile. Stampa.it