17 febbraio 2014 - È ancora stallo per la Siria, al termine della seconda tornata di consultazioni: le delegazioni lasciano Ginevra senza una data per il terzo tentativo.
Il mediatore internazionale, Lakhdar Brahimi, ha spiegato che le parti si sono trovate d’accordo sui temi da discutere, fondamentalmente il governo di transizione e la lotta al terrorismo. Solo che l’opposizione ha voluto procedere prima col cambio di regime, cosa che l’esecutivo di Assad ha rifiutato.
Ciascuna delle delegazioni accusa l’altra di voler bloccare il negoziato.
Lakhdar Brahimi, riferendosi alle speranze suscitate dall’accordo sull’evacuazione dei civili dalla città assediata di Homs, si è scusato: “Il poco che abbiamo potuto fare per Homs – ha detto – ha suscitato molte speranze sul fatto che si potesse trattare dell’inizio dell’uscita da questa crisi orribile nella quale sono precipitati i siriani. Mi scuso con loro, perché in queste due tornate negoziali non li abbiamo aiutati molto”.
“Penso che sia meglio che ogni parte torni a casa, rifletta e si assuma la responsabilità di sapere se vuole che questo processo di pace si svolga o no”, ha tra l’altro detto Brahimi rifiutando di comunicare una data possibile per una prossima tornata negoziale, mentre Parigi accusava Assad di aver fatto fallire le trattative e Washington ventilava non meglio precisate nuove pressioni su Damasco.