6 agosto 2013 - Si continua a sperare per padre Dall'Oglio e per Domenico Quirico, il gesuita italiano e il giornalista de la Stampa scomparsi in Siria. «L'Italia sta lavorando intensamente per riportarli a casa non si dà per vinta». A ribadirlo è il ministro degli Esteri, Emma Bonino, che intervenendo in televisione si è detta «speranzosa, anche se è molto difficile perché i gruppi che si combattono sono diversi». «Lo stiamo cercando con grandissima difficoltà» ma «sono fiduciosa» non solo per la telefonata ma «anche per altri contatti che abbiamo, con diversi canali, che a volte si interrompono e poi riprendono», ha spiegato il titolare della Farnesina». Secondo la Farnesina inoltre, il gesuita sarebbe stato rapito «da un gruppo islamico, una versione locale di Al Qaeda con un nome diverso». Poi il messaggio ai familiari del giornalista: «Alla signora Quirico vorrei dire che non ci diamo per persi e continuiamo a cercare», ha detto Bonino. Padre Paolo Dall'Oglio è stato rapito in Siria a fine luglio, mentre Domenico Quirico è scomparso in aprile.
La sera di lunedì 29 luglio scorso l’agenzia di stampa Reuters ha diffuso la notizia che p. Paolo Dall’Oglio, Gesuita, da 30 anni in Siria, sarebbe stato rapito da un gruppo di miliziani legati ad al-Qaeda: ‘Stato Islamico dell’Iraq e del Levante’. La notizia però non è stata confermata né smentita dal Vaticano e dalla Farnesina. Ricordiamo che p. Paolo aveva partecipato alla marcia per la pace a Lecce, lo scorso 31 dicembre, partecipando con la sua nota passione alla tavola rotonda.
La situazione in Siria è sempre più tragica. Riportiamo qualche brano dell’intervista a Mons. Zenari, Nunzio apostolico in Siria rilasciata a Radio Vaticana il 30 luglio. “
Padre Dall’Oglio ha avuto dei grandi meriti nel promuovere il dialogo islamo-cristiano, ha avuto questa bella intuizione di fondare la comunità monastica di Mar Musa, un centro che attraeva dai quattro punti cardinali diverse persone, soprattutto giovani. Ama veramente la Siria e – naturalmente – con un suo taglio personale. Soprattutto in questi ultimi anni, per quanto riguarda la situazione politica in Siria, aveva delle posizioni personali che non tutti condividevano, ma quello che posso dire è che è veramente un uomo di valore, un monaco, un gesuita di grandi capacità e, lo ripeto, una persona che ama la Siria…
Direi che ogni giorno che passa questo conflitto è come una matassa che si ingarbuglia sempre di più. Tornando a questo fatto, a questo presunto sequestro, direi che è triste, continua questa “via crucis” dei sequestri. Ecco, vorrei ricordare ancora il rapimento di due vescovi ortodossi avvenuto circa tre mesi fa, quello di due sacerdoti – uno cattolico e uno ortodosso – e delle centinaia e centinaia di sequestri, soprattutto di persone siriane ma anche di stranieri, alcuni a scopo politico altri a scopo di estorsione. È una piaga molto, molto dolorosa, che ferisce profondamente la nazione e la popolazione siriana…
Ogni mese, in media, questo conflitto provoca circa cinquemila vittime. Ogni giorno, in media, circa seimila persone sono costrette ad abbandonare la Siria, senza parlare poi della mancanza di lavoro, e quindi delle difficoltà a mantenere le famiglie, i prezzi che salgono alle stelle… E ripeto, come ho detto altre volte, qui si tocca con mano come una guerra – soprattutto una guerra civile – oltre a portare morte e distruzione, diventa veramente una fabbrica di innumerevoli miserie.”
Continuiamo a rimanere in contatto con diverse persone che conosciamo, anche in Iraq, dove si è da poco insediata la sua comunità, espulsa dalla Siria.
Queste ore apprensione per p. Paolo (che speriamo possa presto tornare a darci sue notizie) ci obbligano a non dimenticare la tragedia della Siria.