Scontri armati tra Russia e Georgia per l’Ossezia del Sud

E' conflitto aperto in Ossezia del Sud, repubblica secessionista filorussa, tra truppe georgiane, separatisti e esercito russo. I dirigenti separatisti parlano di una devastazione quasi totale della capitale Tskhinvali e denunciano un bilancio di 1400 vittime.

Il presidente della Georgia Mikhail Saakashvili ha chiamato i riservisti alla mobilitazione generale, accusando la Russia di aver inviato propri aerei per bombardare città georgiane. La Russia a sua volta ha chiesto ieri una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza, accusando la Georgia della ripresa degli scontri e dell'uccisione di propri peacekeepers a Tskhinvali.

Il ministro degli Esteri georgiano afferma che "il Cremlino non è direttamente interessato all'Abkhazia e all'Ossezia del sud ma usa le loro ambizioni autonomiste per tre ragioni: ostacolare l'ingresso della Georgia nella Nato; mantenere la propria influenza; creare nel Caucaso una situazione simile a quella del Kosovo, questa volta a proprio vantaggio".

Stati Uniti, Unione Europea hanno deciso di inviare una delegazione congiunta per tentare di risolvere il conflitto, mentre la Nato, attraverso il suo Segretario generale, Jaap de Hoop Scheffer, ha cercato un dialogo con le parti per un'immediata fine delle ostilità. Anche il Papa ha chiesto che in Ossezia del Sud «cessino immediatamente le azioni militari», si riprenda la via del negoziato e «ci si astenga da ulteriori confronti e ritorsioni violente, che possono degenerare in un conflitto di più vasta portata».