E' cresciuta in un anno del 6% e nel 2007 la spesa militare mondiale sfiora i 1400 miliardi di dollari in valori correnti - pari a 1214 miliardi in valori costanti - raggiungendo così la nuova cifra record dagli anni della Guerra Fredda. Questi sono i dati del Rapporto SIPRI (Stockholm International Peace Research Institute) 2008.
L'Italia mantiene l'ottavo posto per spesa militare a livello mondiale: con 33,1 miliardi di dollari in valori costanti (erano 29,9 miliardi nel 2006) nel 2007 l'Italia sembrerebbe scavalcata nella graduatoria dall'Arabia Saudita (33,8 miliardi) ma il Sipri segnala che il dato che concerne Riyad "comprende le spese per l'ordine pubblico e la sicurezza e potrebbe essere sovrastimato". Una cifra che comunque non sorprende visto che le recenti leggi finanziarie hanno incrementato il budget militare italiano di oltre il 20% in due anni.
Anche la spesa militare pro-capite dell'Italia si stabilizza al settimo posto nel mondo, ma nel 2007 sale a 568 dollari (era di 514 dollari del 2006) e, per il quarto anno consecutivo, supera di gran lunga quella della Germania (447 dollari pro-capite nel 2007). Una conferma che la spesa militare complessiva italiana da vari anni si attesta - come riportano gli stessi dati del Sipri e della Nato - attorno all'1,8-1,9% del Prodotto interno lordo.
Nella graduatoria delle dieci principali ditte mondiali produttrici di sistemi militari un posto di rilievo è ricoperto dall'azienda italiana Finmeccanica che, pur scendendo nel 2006 al nono posto per fatturato militare - superata dalla EADS (12,6 miliardi) e dalla statunitense L3 Communications (9,9 miliardi) - con quasi 9 miliardi di dollari (8,99 miliardi) di vendite e soprattutto con quasi 1,3 miliardi di dollari di profitti supera di gran lunga la stessa BAE Systems (meno di 1,2 miliardi di profitti) e si piazza al quinto posto nel mondo e al primo in Europa per profitti legati al settore militare.