07 febbraio 2011 - E' stato presentato il rapporto Transatlantic Trends: Immigrazione 2010, il 3 febbraio scorso in contemporanea in varie capitali del mondo, tra le quali anche Roma.
Il rapporto evidenzia alcuni significativi cambiamenti nell'opinione pubblica riguarda l'immigrazione: i dati raccolti indicano senza ombra di dubbio che il dibattito nei vari Paesi resta aperto.
In tutti i Paesi esaminati l'immigrazione continua ad essere ritenuta un problema anziché un'opportunità.
La crisi economica può avere influenzato le opinioni riguardo all'immigrazione: gli intervistati disoccupati e quelli la cui situazione economica è peggiorata rispetto al 2009 tendono a giudicare gli immigrati una minaccia dal punto di vista dell'occupazione. In tal senso, americani e britannici continuano a risultare i più preoccupati della possibile concorrenza da parte della manodopera immigrata, mentre gli italiani tendono a giudicare utile il loro apporto.
In tutti i Paesi la maggioranza assoluta o relativa ritiene che gli immigrati traggano maggiori benefici in termini di servizi sanitari e sociali rispetto a quanto contribuiscono in tasse. Ciononostante, l'Europa continentale è favorevole a garantire a tutti gli immigrati, sia regolari sia clandestini, accesso ai servizi sanitari, mentre nel Regno Unito prevale l'opinione che tali servizi debbano essere resi disponibili solo ai cittadini e agli immigrati regolari.
In alcuni Paesi, i giudizi sui rispettivi governi si discostano in maniera significativa dalle opinioni in merito all'operato degli stessi in materia di immigrazione e integrazione: i britannici, ad esempio, sono soddisfatti del governo in generale, ma non delle misure adottate nei confronti dell'immigrazione. Di contro, gli olandesi si dicono scontenti del governo, ma approvano le misure relative all'immigrazione, mentre gli spagnoli esprimono giudizi più positivi riguardo alle politiche nazionali per l'immigrazione che rispetto al governo in generale.
Nel 2010 si rileva sia in Francia sia in Italia un cambiamento significativo in relazione alla percezione della popolazione immigrata regolare e clandestina: i francesi hanno uno sguardo più pessimistico verso entrambe le categorie rispetto a varie questioni, come la criminalità, l'occupazione e l'accesso ai servizi pubblici, mentre gli italiani sembrano non fare alcuna distinzione.
Gli immigrati musulmani vengono ritenuti in molti Paesi meno integrati nella società rispetto agli immigrati in generale, tuttavia in molti Paesi prevale l'ottimismo riguardo all'integrazione delle seconde generazioni, sia per gli immigrati in generale sia per i figli di immigrati musulmani.
Differiscono invece le opinioni da Paese a Paese riguardo ai requisiti fondamentali per l'ottenimento della cittadinanza da parte degli immigrati: in Germania prevale la conoscenza della lingua, in Olanda la lingua e la condivisione dei valori culturali, in Italia, Spagna e Francia il rispetto delle istituzioni e delle leggi nazionali.
Per una visione integrale del rapporto potete cliccare qui.