E' stato presentato in questi giorni il Rapporto su Lo stato della popolazione nel mondo 2007 dell’UNFPA - Fondo delle Nazioni Unite per la Popolazione - la cui edizione italiana è curata dall'AIDOS, Associazione italiana donne per lo sviluppo, intitolato quest'anno "Liberare il potenziale della crescita urbana".
Il Rapporto sfata un buon numero di luoghi comuni, a cominciare dall'idea che l'aumento della popolazione urbana sia dovuto soprattutto all'immigrazione dalle campagne, mentre è statisticamente molto più rilevante l'incremento naturale della popolazione, soprattutto in paesi dove il tasso di fecondità è alto e il 50% della popolazione ha meno di 24 anni e sta entrando nell'età riproduttiva. É necessario quindi migliorare i servizi per la salute riproduttiva, rendendo effettivo il diritto di scelta di individui e famiglie rispetto a quando e quanti figli avere.
Pier Paolo Cento, deputato dei Verdi e sottosegretario all'Economia e finanze, ha sottolineato come, di fronte a una popolazione che nel 2030 sarà di circa 8 miliardi di persone, 5 dei quali concentrati in città, "gli indicatori economici tradizionali, centrati sul prodotto interno lordo, sono sempre più lontani dal descrivere le condizioni materiali della vita delle popolazioni”.
Occorre quindi una risposta culturale e politica, che deve partire anche dall'Italia "poiché gli effetti del cambiamento climatico, dovuto anche all'impatto delle aree metropolitane, si fanno sentire sulle città costiere anche in Italia, e la desertificazione riguarda ben cinque zone del nostro paese, tra cui la pianura padana".
Per questo Pier Paolo Cento annuncia che "è allo studio il bilancio ambientale, che dovrebbe integrare il bilancio pubblico, mentre a settembre sarà avviato un tavolo per l'elaborazione del bilancio pubblico di genere", in cui il governo sarà chiamato a dare risposte ai bisogni diversi di uomini e donne, come già sta avvenendo in alcuni Paesi in via di Sviluppo.