19 Settembre 2016 – Papa Francesco, durante l'Angelus di domenica 18 settembre, ha violentemente condannato la corruzione sottolineando quanto questa inneschi un vortice senza fine che ingoia non solo chi ne è direttamente coinvolto, ma la società stessa: “anche la corruzione produce assuefazione, e genera povertà, sfruttamento, sofferenza”.
Partendo dal Vangelo, Papa Francesco assimila il comportamento del corrotto a quello del drogato, convinto di poter smettere in qualsiasi momento. Ecco le sue parole: “Qualcuno si comporta con la corruzione come con le droghe: pensa di poterla usare e smettere quando vuole. Si comincia da poco: una mancia di qua, una tangente di là… E tra questa e quella lentamente si perde la propria libertà. Anche la corruzione produce assuefazione, e genera povertà, sfruttamento, sofferenza. E quante vittime ci sono oggi nel mondo! Quante vittime di questa diffusa corruzione. Quando invece cerchiamo di seguire la logica evangelica dell’integrità, della limpidezza nelle intenzioni e nei comportamenti, della fraternità, noi diventiamo artigiani di giustizia e apriamo orizzonti di speranza per l’umanità”.
La corruzione diventa, dunque, uno strumento di violenza; violenza a volte infida, a volte drammaticamente esasperata che degenera in forme di terrorismo. Per questo Papa Francesco si sofferma a riflettere su come: “Il percorso della vita necessariamente comporta una scelta tra due strade: tra onestà e disonestà, tra fedeltà e infedeltà, tra egoismo e altruismo, tra bene e male. Non si può oscillare tra l’una e l’altra, perché si muovono su logiche diverse e contrastanti”.
Esorta ad uno stile di vita improntato all'onestà, al rispetto degli altri e della loro dignità, al senso del dovere.
Ma non si ferma qui. Parla anche di pace. “Oggi più che mai abbiamo bisogno di pace in questa guerra che è dappertutto nel mondo. Preghiamo per la pace! Sull’esempio di san Francesco, uomo di fraternità e di mitezza, siamo tutti chiamati ad offrire al mondo una forte testimonianza del nostro comune impegno per la pace e la riconciliazione tra i popoli”.
Martedì Papa Francesco si recherà ad Assisi per l’incontro di preghiera per la pace, a trent’anni da quello storico convocato da san Giovanni Paolo II. “Invito le parrocchie, le associazioni ecclesiali e i singoli fedeli di tutto il mondo a vivere quel giorno come una Giornata di preghiera per la pace. Così martedì, tutti uniti in preghiera: ognuno si prenda un tempo, quello che può, per pregare per la pace. Tutto il mondo unito”.