Il progetto nasce dalla necessità di intervenire anche sulla situazione di queste ragazze che partecipano o che vorrebbero partecipare alle attività del Don Bosco Learning Centre.
Il Centro Don Bosco gestito dai padri salesiani, nasce a Quetta nel 2003 per prendersi cura delle centinaia di bambini poveri, cristiani e musulmani, che non hanno la possibilità di avere un’istruzione a causa della loro condizione di povertà ed emarginazione. Nasce grazie ai frutti di un precedente progetto avviato nel 2001 in favore dei bambini provenienti dalle famiglie afgane trasferitesi a Quetta al tempo della guerra contro la Russia e più recentemente a causa dell’attuale situazione di guerra in Afghanistan.
I padri di Don Bosco in questi anni, hanno capito l’importanza di espandere il progetto, in modo da renderlo più efficiente, e di ampliare il numero dei beneficiari coinvolti e dei servizi offerti. Grazie alle offerte ricevute, hanno potuto acquistare un grande appezzamento di terra in prossimità di alcune comunità cristiane nella località di Issa Nagri. Così dal numero iniziale di 250 studenti del 2003, si è passato a quello di 970, di cui 750 frequentano i corsi durante la mattinata, che vanno dalla scuola di base alla nona classe, mentre 220 frequentano i corsi tecnici pomeridiani.
Con la realizzazione della nuova struttura, situata di fronte al centro esistente, sono già 300 le ragazze che partecipano ai corsi di formazione professionale, ricevendo dunque opportunità lavorative future. La struttura ospita inoltre un dormitorio per 50 delle ragazze ed è composto anche da un complesso sportivo che accoglie circa mille ragazzi, da laboratori di attività specifiche per le donne e di attività anche per ragazzi poveri, da locali di accoglienza diurna per bambini di strada e un ulteriore dormitorio per gli orfani e i bambini più poveri.
È stato inoltre incrementato il sostegno alle scuole per profughi afgani e di altre etnie (Hazara, Pashtoon, Hazara e Persian) presenti nell’area di Quetta, ed è stato contestualmente avviato un miglioramento del monitoraggio e dell’assistenza sanitaria fornita ai bambini e giovani studenti delle scuole coinvolte al fine di ridurre il rischio di malnutrizione infantile.
Con l’emergenza dovuta all’alluvione dell’agosto 2010, infine, il VIS si è attivato sia con fondi privati che con contributi pubblici a dare una risposta immediata ai bisogni rilevati sul terreno. In particolare si è provveduto a sostenere gli sfollati che si erano riversati nelle arre intorno a Quetta ed è stato avviato un programma di rientro nei luoghi di origine delle popolazioni coinvolte e di ricostruzione per garantire un graduale ritorno a normali condizioni di vita.
Aggiornato al 2010