Onoriamo i popoli, un appello contro la legge sicurezza

Dal sito beati.org riprendiamo il seguente appello, sottoscritto dall'associazione nazionale di volontariato Beati i Costruttori di Pace:

Carissima/o, la cosiddetta legge - sicurezza sta già ottenendo risultati amari su una fascia sempre più grande di poveri. Per questo é importante e urgente, a botta calda, proporci non come oppositori politici, ma come portatori di una necessità pastorale e civile, dichiarandoci obiettori di coscienza.

L'iniziativa non presenta niente di nuovo rispetto al modo di operare di tantissime/i religiose/i e preti con le loro comunità. Semplicemente di fronte a una legge scritta e sbandierata come successo di coerenza politica, starebbe, anche formalmente, la nostra presa di posizione con relativa assunzione di responsabilità.

Il testo dell'appello, di cui è stata inviata bozza, viene confermato. Stanno arrivando le prime adesioni significative con incoraggiamento a proseguire. Non per propaganda, ma per onestà ed efficacia, va debitamente pubblicizzato. È evidente che andrà lanciato solamente se condiviso da molti. Per questo sarebbe importante la sua diffusione con le modalità che ognuno ritiene più opportune.

Questo appello va firmato a titolo personale e anche comunitario da tutte le persone con incarichi religiosi che lo condividono. Le persone che trovi scritte in indirizzo non rispondono ad alcun criterio di selezione , ma semplicemente a un rapporto di conoscenza e di amicizia, perché altre volte hanno partecipato a iniziative analoghe. Ci diamo una settimana per raccogliere più adesioni possibili.

Onoriamo i poveri

Come scelta e impegno di vita siamo stati chiamati e mandati a dare ed essere buona notizia per i poveri. La legge - sicurezza, emanata dal Governo in questi giorni, discrimina, rifiuta e criminalizza proprio i più poveri e i più disperati. Riteniamo strumentale e pretestuosa la categoria della clandestinità loro applicata. È lo Stato che rifiuta il riconoscimento.

Per chi perde il lavoro a causa della crisi, è lo Stato che induce alla clandestinità, decidendo arbitrariamente l'interruzione della regolarizzazione. Di null'altro sono colpevoli queste persone se non di essere troppo bisognose. Per lo Stato italiano oggi è questo che costituisce reato.
Molti di noi provengono da una situazione di indigenza.

Con i fatti e non solo a parole ci riconosciamo nella umanità e nella dignità di tutte le persone, che vengono colpite da questa legge iniqua; intendiamo onorare i poveri. Se non lo facessimo negheremmo le nostre persone e la nostra missione e tradiremmo le nostre comunità. Perciò dichiariamo in coscienza la nostra obiezione pubblica. Vale anche per noi "bisogna obbedire a Dio, invece che agli uomini" (Atti5,29).

Siamo incoraggiati in questa decisione, non solo in riferimento alla fede, ma anche come comuni cittadini, in ottemperanza alle leggi sottoscritte e vincolanti per lo Stato italiano: dalla Dichiarazione universale dei diritti umani, alla Convenzione sullo stato dei rifugiati, alla Convenzione sui diritti dell'infanzia e alla nostra stessa Costituzione, che questa legge - sicurezza non ha tenuto in considerazione.

Perciò la nostra disobbedienza non riguarda soltanto il nostro comportamento individuale, ma faremo quanto è in nostro potere, perché un numero sempre crescente di cittadini metta in atto pratiche di accoglienza, di solidarietà e anche di disobbedienza pubblica, perché nel tempo più breve possibile questa legge venga radicalmente cambiata.

Per adesioni e comunicazione: e.mail: beati@libero.it fax : 049.8070699 tel : 049.8070522

                                                                                                                                                                                           (Fonte:Beati i Costruttori di Pace)