Ogni favola è un gioco: vi presentiamo il lavoro vincitore "C’era una volta in Pakistan, Storie di bambini senza diritti tra realtà e fantasia" della 1'D dell’Istituto San Paolo D’Aragon e Cenate Sotto

10 giugno 2014 - Il primo premio di Ogni favola è un gioco il concorso per le scuole promosso dal VIS e dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca (MIUR) ,  se lo sono aggiudicati i ragazzi della 1° D dell’Istituto Comprensivo Statale San Paolo D’Aragon e Cenate Sotto in provincia di Bergamo. Il lavoro prevedeva lo sviluppo creativo delle classi sul tema dei diritti dei minori e una riflessione tra i paesi come il nostro e il sud del mondo, prendendo come paese di riferimento il Pakistan. La 1° D ha realizzato un interessante videoclip “C’era una volta in Pakistan, Storie di bambini senza diritti tra realtà e fantasia” che unisce disegni, immagini, foto e video all’interno di una storia ideata dagli studenti. Il racconto della loro favola si intreccia a un’altra storia di pura cronaca che riguarda la vita di due eroici e forti bambini pakistani, Iqbal e Malala. Il finale a sorpresa vede gli alunni della classe coinvolti con un loro coetaneo che viene dal Pakistan in una colorata e sentita intervista. Ci racconta meglio la realizzazione di questo lavoro la docente che ha coordinato il progetto, la Professoressa Katiuscia Marchesi, insegnante di lettere.

  • Come ci si sente ad essere i vincitori del concorso?

E’ stato emozionante vincere il primo premio, tanto per noi professori quanto per i ragazzi. Ci siamo dati tutti un gran da fare e nonostante la durezza di queste tematiche i ragazzi della scuola sono stati curiosi e pieni di energie.

  • Cosa vi ha spinto a partecipare a questo bando?

E’ stata un’esperienza positiva e siamo molto soddisfatti del lavoro compiuto insieme, tra ragazzi e noi, corpo docente. Abbiamo scelto questo concorso poiché le tematiche dei diritti umani, i diritti dell’infanzia e la cooperazione sono temi molto cari. I ragazzi della nostra scuola, più fortunati di tanti altri nel mondo, possono con questi lavori migliorare la loro conoscenza e costruire le basi per una comunità umana migliore. Loro, infatti, non conoscevano neanche l’esistenza di queste situazioni. Non si sono lasciati sfuggire l’occasione di conoscere ciò che è diverso da loro.

  • Come è stato realizzare il lavoro?

Siamo partiti inizialmente dalle storie pakistane di Iqbal e di Malala. I testi di Francesco d’Adamo per la storia di Iqbal e Viviana Mazza per la storia di Malala hanno fatto compagnia ai ragazzi della I D durante le vacanze di Natale. Abbiamo poi integrato con i materiali didattici che il VIS ci ha inviato, il cd e il libro delle favole; la favola dei telai magici è infatti una delle storie da cui abbiamo sviluppato il nostro racconto. Anche la collaborazione tra i professori è stata molto coinvolgente, il docente di Musica ha creato lui stesso la sinfonia che accompagna il nostro racconto. Abbiamo poi riscontrato sulla nostra esperienza diretta il concetto di integrazione, con una testimonianza dataci da un alunno proprio di origine pakistana che si è prestato a rispondere alle domande che i suoi compagni hanno deciso di porgli per realizzareun’intervista utile al lavoro per il concorso. Questo è stato già un passo verso una maggiore integrazione.

  • Come reagiscono i ragazzi quando sono nelle condizioni di ricevere le informazioni che diritti semplici, come il diritto al gioco, non sono elementi così scontati nella vita dei bambini in varie parti del mondo?

I libri che raccontano le dure vite dei bambini pakistani Iqbal e Malala dai quali ho deciso di far partire la riflessione degli alunni sono state letture adatte ed istruttive per la giovane età dei miei studenti.  Erano molto presi dal tema. Hanno risposto positivamente.

  • Quale è il mondo possibile che lei immagina?

Per il futuro non riesco ad essere molto ottimista, ma spero che queste attività nelle scuole possano in un certo modo portare i giovani a essere più sensibili. Credo sia importante continuare a lavorare perché il mondo riesca a diventare un posto più solidale e unito nella condivisione dei diritti dei più deboli, dei poveri e degli indifesi.

Beatrice Gelsi

Scuola di giornalismo internazionale Fondazione Lelio Lisli Basso

In tirocinio presso l’ufficio comunicazione del VIS