Obiettivi del Millennio: nuovo rapporto ONU dichiara ancora più ugente l'impegno contro la povertà

19 settembre 2011 - Gli Obiettivi del Millennio definiti nel 2000 dalle Nazioni Unite impegnano tutti i Capi di Stato e di governo a fare ogni sforzo perchè essi siano raggiunti entro il 2015. Sforzo che non può essere annullato per ragioni connesse alla crisi. Il 16 settembre a New york è stato presentato l' "MDG Gap Task Force Report" che ribadisce il fatto che la crisi economica rende l’impegno contro la povertà ancora più urgente.

A causa delle difficoltà economiche dovute alla crisi finanziaria iniziata nel 2008, molti paesi in via di sviluppo necessitano di investire un ulteriore 1,5% del prodotto interno lordo per il raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (MDG), secondo le dichiarazioni del rapporto delle Nazioni Unite, presentato il 16 settembre a New York. Il sostegno da parte dei donatori, anche se in forte aumento a partire dall’inaugurazione del MDG nel 2000, risulta essere lontano dagli obiettivi stabiliti.

“Questo rapporto spinge la comunità internazionale e le altre parti interessate ad intensificare gli sforzi per sviluppare il potenziale del partenariato globale per lo sviluppo” ha dichiarato Ban Ki-moon, Segretario Generale delle Nazioni Unite rendendo pubblico a New York il rapporto sul MDG Gap Task Force, e aggiungendo “La posta in gioco è alta, ma lo sono anche le ricompense”.

Il rapporto, inoltre, evidenzia uno stallo nei negoziati del Doha Round, il quale ostacola le opportunità per un rapido avanzamento attraverso gli scambi commerciali, mezzo tradizionale grazie al quale le nazioni possono liberarsi della povertà. Gli accordi presi durante la conferenza delle Nazioni Unite sui 48 paesi meno sviluppati tenutasi a Istanbul nel 2011 e volta ad intensificare l’apertura dei mercati e le misure di capacity-building, offrono alternative promettenti soprattutto alla luce del mancato miglioramento delle possibilità di accesso al mercato delle esportazioni dei paesi meno sviluppati.

Il rapporto delle Nazioni Unite mette in guardia anche riguardo al protezionismo commerciale inteso come risposta alla lenta crescita economica, poiché considerato controproducente in quanto potrebbe penalizzare i paesi più poveri.

L’Aiuto Pubblico allo Sviluppo (APS) da parte dei donatori tradizionali rispetto al 2000 è più che raddoppiato, raggiungendo un record di 129 miliardi di dollari nel 2010. L’importo complessivo del 2010, però, scende ancora a 21 miliardi di dollari, cifra lontana dagli impegni presi durante il vertice del G8 a Gleneagles nel 2005. Il rapporto dichiara, inoltre, che la somma citata risulta essere meno della metà necessaria per raggiungere l’obiettivo primario del 0,7% del reddito nazionale lordo dei donatori tradizionali.

L’Obiettivo di Sviluppo numero otto, che riguarda il partenariato internazionale, mira alla creazione di un ambiente favorevole allo sradicamento della povertà attraverso un sistema commerciale equo e aperto, un incremento sostanziale nell’assistenza allo sviluppo, la cancellazione del debito dei paesi poveri e migliori termini di accesso dei paesi in via di sviluppo a medicinali e tecnologia. (Finalità degli Obiettivi 1-7: fame, povertà estrema, malattie, degrado ambientale, impedimenti al miglioramento della condizione femminile e raggiungimento di un’istruzione primaria universale).

Dal 2000 l’eliminazione dell’onere del debito, non sostenibile dai paesi poveri, è un altro settore in cui l’ambiente internazionale ha riscontrato dei miglioramenti, ma la recente turbolenza finanziaria ha causato non poche involuzioni. Il rapporto cita l’identificazione da parte del Fondo Monetario Internazionale di 19 paesi in via di sviluppo che sono in sovra indebitamento o ad alto rischio, tra cui otto che in precedenza hanno beneficiato della cancellazione del debito.

 

L’erogazione del sostegno internazionale è stata presa in consegna dai paesi in via di sviluppo, in modo particolare dalle economie emergenti di mercato.
Prima della fine del 2008 il flusso monetario della cooperazione Sud-Sud, che è tuttora in aumento, aveva raggiunto i 15 miliardi di dollari (una crescita del 78% registrata nell’arco di due anni). Il livello di esportazioni dei paesi meno sviluppati verso i paesi in via di sviluppo è salito al 49% nel 2009 (rispetto al 45% del 2006) e la Cina, ad esempio, ha promesso eliminare i tassi doganali per più beni importati dai paesi meno sviluppati e di continuare sulla linea dell’annullamento del debito.

Anche la raccolta di fondi, ad esempio attraverso la donazione volontaria di uno o due dollari sull’acquisto di un biglietto aereo, è un nuovo mezzo per incrementare le risorse che a loro volta portano a uno sviluppo finanziario. Tuttavia, un impegno maggiore da parte dei donatori ordinari è richiesto con urgenza, afferma il rapporto. Persino prima del disordine finanziario dei mesi recenti i membri del Comitato di Aiuto allo Sviluppo, a loro volta parte dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), avevano stabilito che i bilanci dell’aiuto ufficiale allo sviluppo sarebbero aumentati di un modesto 2% ogni anno per i prossimi tre anni, diversamente dalla crescita dell’8% del precedente triennio.

Il Segretariato Generale esorta, inoltre, i paesi in via di sviluppo (PVS) a intensificare i loro sforzi per il raggiungimento degli standard previsti per gli obiettivi di sviluppo del millennio, il cui termine è stato fissato nel 2015.
In un ulteriore rapporto, relativo alla sessione di settembre dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite (documento A/66/126), sono prese in esame le azioni compiute dai paesi in via di sviluppo che hanno stimolato in maniera sostanziale, sebbene discontinua, un avvicinamento agli MDGs e che rappresentano la chiave per il raggiungimento dei medesimi.

Le politiche macroeconomiche hanno bisogno di sostenere sia la creazione di posti lavoro sia la crescita economica, afferma il rapporto in merito ad un “raggiungimento più rapido degli obiettivi di sviluppo del millennio”. Sbloccare il potenziale dell’agricoltura e del settore rurale è la chiave dello sviluppo nelle nazioni meno ricche e tutti i paesi in via di sviluppo hanno bisogno di intraprendere nuove strade per assicurare uno sviluppo sostenibile e per affrontare le problematiche relative all’ambiente. Il Segretario Generale pone l’accento sull’importanza sia di una copertura più ampia offerta dai programmi di assicurazione sociale, sia dell’applicazione dei diritti umani e della parità dei sessi per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo del millennio e per una buona condotta di governo.

Affrontando la necessità di colmare il divario per un’ampia ed accessibile scelta di farmaci (i medicinali essenziali sono reperibili solo nel 42% delle strutture pubbliche nei paesi in via di sviluppo, secondo il rapporto della Task Force), alcuni paesi come ad esempio l’India si sono rafforzati producendo farmaci generici a basso costo.
“Il caso dell’India dimostra come una politica che promuova la proprietà intellettuale possa essere utilizzata nei paesi in via di sviluppo per incrementare le possibilità di accesso a farmaci più economici contro l’HIV”, riferisce il rapporto delle Nazioni Unite. L’industria farmaceutica indiana è fortemente orientata alle esportazioni e grazie ad un periodo di transizione, è diventata il più grande fornitore di farmaci generici e antiretrovirali per i paesi in via di sviluppo.

Il rapporto è stato stilato dal Task Force del Segretario Generale per gli obiettivi di sviluppo del millennio, che unisce più di venti agenzie delle Nazioni Unite, il Fondo Monetario Internazionale (FMI), l’organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), la Banca Mondiale (BM) e l’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC). Al vertice d’inizio millennio nel 2000 i leader mondiali promisero “ di creare sia a livello nazionale che globale un ambiente favorevole per lo sviluppo e l’eliminazione della povertà. Nel settembre 2010, ad un vertice per gli obiettivi di sviluppo del millennio, i leader mondiali promisero nuovamente di rafforzare la collaborazione internazionale “per tenere fede alle promesse fatte”. Rimangono solamente quattro anni al termine previsto per il 2015 e il rapporto ricorda ai leaders mondiali che “è tempo di agire”.

 

Per ulteriori informazioni, visitare il sito www.un.org/esa/policy/mdggap

 

fonte: UNRIC