11 gennaio 2018 - La campagna di sensibilizzazione e informazione di Stop Tratta continua in Ghana con l'importante contributo delle nostre civiliste Anna ed Esther. Ecco una pagina del loro "diario" che parte dal drammatico "naufragio dell'Epifania" nel quale hanno trovato la morte più di 60 persone.
La tranquilla e soleggiata mattina del 7 gennaio ti alzi quando già la maggior parte dei tuoi vicini è già andato e tornato dalla messa domenicale, che dura dalle 2 alle 3 ore, e la prima notizia che leggi è quella del naufragio avvenuto oltre le coste di Tripoli. Nessuna ONG o guardia costiera abbastanza vicina per poter evitare il naufragio o per lo meno soccorrere in tempo le 150 persone ammassate su quel gommone. Leggi una prima volta l’articolo di fretta, cercando con ansia dei numeri – i numeri delle vittime – sperando siano dei numeri piccoli, sperando che come nel caso dei salvataggi avvenuti nell’ultimo mese tutti siano stati messi in salvo, ma no. Questa volta non è così e i numeri dei corpi recuperati, sebbene contenuti, non sono niente in confronto al numero dei dispersi. Sembra che chiamarli ‘dispersi’ faccia meno male, ma è un aggettivo ancora più infame, perché sai che le persone che non ce l’hanno fatta e che hanno trovato la morte in quel mare, da quel mare mai ne usciranno, nemmeno per una degna sepoltura.
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