19 maggio 2020 - Tiziana Meretto, project manager del VIS in Senegal, ci ha inviato il suo diario in cui racconta come la popolazione sta reagendo alla crisi provacata dalla pandemia:
Qui e là. Questa crisi lega diversi qui e là, fa capire chiaramente che il qui e il là non sono poi così distanti; sia qui sia là la pandemia porta con sé un bagaglio di preoccupazioni e tragedie condivise e l’opportunità di ricalibrare la prospettiva con cui si osserva il qui e il là.
Il mio qui è Tambacounda, una regione del Senegal, dove lo Stato ha decisamente risposto con rapidità sin dall’inizio di quest’emergenza con provvedimenti, decreti, chiusure e controlli. Gli spostamenti fra regioni sono stati limitati, le frontiere, anche quelle illegali, sono costantemente controllate, i malati sono stati isolati e curati, le persone con cui i malati sono entrati in contatto sono state controllate, le mascherine sono obbligatorie; ma l’emergenza non si ferma e i contagi sono in aumento, qui non si può chiudere tutto, qui ogni servizio, ogni piccola attività è essenziale a garantire la sussistenza della popolazione.
Una popolazione resiliente, quella senegalese, cha ha saputo rispondere ad una crisi mondiale ripensandosi partendo dal piccolo. I sarti hanno riconvertito la loro attività iniziando a cucire mascherine, lo stesso hanno fatto i Centri di Formazione Professionale, le Università hanno iniziato a produrre gel idroalcolico; non si sono fermati e così abbiamo fatto anche noi nei nostri uffici e con i nostri progetti.
Dopo un primo stop totale delle attività e un’attenta analisi di quello che avremmo potuto portare avanti in sicurezza e quello che avrebbe dovuto essere bloccato, abbiamo capito che alcune attività potevano essere ripensate, esattamente come ha fatto la popolazione; altre, come ad esempio la ristrutturazione del Centro di Formazione di Missirah, potevano essere portate avanti. Così, grazie anche alla disponibilità dei finanziatori che hanno accolto e incoraggiato questa rimodulazione, abbiamo continuato il nostro supporto alle autorità locali concentrandoci sull’aiuto nella prevenzione e gestione della pandemia; le attività di sensibilizzazione, ora hanno come fulcro la prevenzione del virus, la non stigmatizzazione del malato che altrimenti rischia di nascondere i sintomi per non essere recluso in un ospedale o in casa propria; attraverso l’educazione, pilastro fondamentale per il VIS, stiamo supportando la formazione del personale medico-sanitario. Inoltre, alcuni progetti saranno scritti e creati ad hoc per fronteggiare l’emergenza.
Questo ricalibrarsi non comporta perdere di vista i nostri obiettivi, i nostri progetti, significa rispondere in maniera proattiva e positiva a questa situazione ripensando il modo di vedere ed intervenire perché non tornerà tutto come prima, viviamo un tempo che può spingerci a ripensare non solo le politiche ma il concetto di essere insieme. Una delle parole chiave della campagna nazionale senegalese di prevenzione al virus è “consumare locale” la popolazione è invitata a consumare ciò che viene prodotto sul territorio nazionale, consumare locale non significa isolarsi o chiudersi ma significa essere in grado nella complementarietà di avere fiducia nella produzione personale e locale, essere collegati ma autonomi, essere insieme come organizzazione, popolo, mondo, ma essere consci e consapevoli che la forza viene da noi stessi. Un po’ banale dire di cogliere le opportunità che questa crisi ci costringe a cogliere, e non solo di pensare ma di agire positivo; eppure è ciò che, oggi, la resilienza di qui e là ci sta insegnando.