Solidarietà dalle Ong italiane nel Mediterraneo e Medio Oriente per i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane

24 maggio 2017 - Il VIS sposa la linea delle ONG italiane nel Mediterraneo e in Medio Oriente in merito alla richiesta di protezione per i detenuti palestinesi nelle carceri israeliane. Stiamo assistendo a una violazione dei diritti umani con la quale è ora di dire "basta".

Comunicato della Piattaforma ONG Italiane Mediterraneo e Medio Oriente in solidarietà con i detenuti   palestinesi nelle carceri  israeliane – Roma, 23 Maggio 2017

La Piattaforma delle  ONG Italiane in Mediterraneo e in Medio Oriente appoggia pienamente il comunicato stampa del 6 maggio 2017, rilasciato dalla Rappresentanza dell’Unione Europea di Gerusalemme e Ramallah, sui prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane. (https://eeas.europa.eu/delegations/palestine-occupied-palestinian-territory-west-bank-and-gaza-strip/25681/local-eu-statement-palestinian-prisoners-israeli-detention_en)

Noi ONG italiane seguiamo con forte preoccupazione il prolungarsi dello sciopero della fame dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane, in protesta contro le condizioni della loro detenzione ed esprimiamo solidarietà alle loro richieste.

Ribadiamo e sosteniamo fortemente l'appello dell'UE per il pieno rispetto del diritto internazionale umanitario e degli obblighi in materia di diritti umani nei confronti di tutti i detenuti. I detenuti palestinesi nelle carceri israeliane sono da considerarsi "persone protette" ai sensi dell'articolo 4 della Quarta Convenzione di Ginevra, e la loro detenzione in Israele, rappresenta una violazione dell'articolo 76 della Quarta Convenzione di Ginevra, secondo il quale si vieta il trasferimento di prigionieri al di fuori del territorio occupato. Effetto di tale trasferimento è l’impossibilità di garantire il diritto di visita ai detenuti da parte dei propri famigliari.

Noi ONG italiane sottolineiamo inoltre la forte preoccupazione per l'ampio uso che Israele fa della pratica di detenzione amministrativa senza procedere a emettere un’accusa formale. Attualmente circa 500 palestinesi sono in stato di fermo e reclusi in  detenzione amministrativa. I detenuti  hanno il diritto di essere a conoscenza delle accuse che gli sono a carico, e deve essere concesso loro l'accesso all'assistenza legale e un processo equo entro un termine ragionevole, senza i quali deve essere assicurata altrimenti la scarcerazione.

Chiediamo alle autorità italiane e alla comunità internazionale di intervenire affinché Israele rispetti il diritto internazionale e accolga le richieste dei prigionieri, in particolare il miglioramento delle condizioni detentive,  la riduzione delle pratiche di isolamento, di detenzione amministrativa e un migliore accesso alle cure mediche.

Invitiamo la società civile italiana alla mobilitazione in solidarietà con i detenuti, sostenendola lotta non violenta e il diritto di autodeterminazione del popolo palestinese.

Piattaforma ONG Italiane Mediterraneo e Medio Oriente

Roma, 23 Maggio 2017