Il Burundi, Paese dell’Africa dei Grandi Laghi con una popolazione di circa 10,5 milioni di abitanti, è uno dei Paesi più poveri del continente africano. Dopo l’indipendenza dal Belgio (1962) ha subìto una serie di conflitti ciclici a sfondo etnico e sfociati in forme genocidiarie (1972, 1988, 1993-2005) che lo hanno dilaniato. L’ISU (Indice di Sviluppo Umano) 2012 lo colloca alla 185a posizione su 187 Paesi. L’80% della popolazione vive con meno di 1,25 US$ al giorno ed il 90% del reddito è generato da attività legate al settore primario.
In questo contesto, dal 2001, il VIS collabora con i Salesiani per promuovere la Cité des Jeunes Don Bosco situato nel quartiere di Buterere, nella capitale Bujumbura. Essa ospita un Centro di Formazione Professionale (CFP), una Comunità per bambini di strada, un oratorio e dei laboratori di produzione. A poca distanza dalla Cité, nel 2011, il VIS, in collaborazione con le Sorelle della Carità sotto la protezione di S. Vincenzo de’ Paoli, ha aperto una casa famiglia per bambine vulnerabili e di strada.
I destinatari delle attività del VIS sono gli artigiani dell’economia informale, i giovani che hanno completato la formazione professionale e cercano una collocazione nel mondo del lavoro, le bambine di strada e vittime di violenze. Oltre ad azioni specifiche per questi gruppi target, il VIS collabora alla costruzione di un Centro Educativo Mariano e nella gestione degli atelier di produzione della Cité des Jeunes.
Il principale intervento del VIS è il programma triennale 2011-2014 noto come “TVET” (Technical and Vocational Education and Training), co-finanziato dalla Commissione Europea, dalla Conferenza Episcopale e da Roma Capitale. Il programma mira ad uno sviluppo endogeno e basato sul lavoro, intende quindi fornire ai lavoratori del settore informale gli strumenti per migliorare la propria attività e si basa su due settori complementari: la formazione tecnico-artigianale e la preparazione alla gestione d’impresa.
Nel primo settore sono stati elaborati moduli di formazione flessibili per quanto riguarda orari e contenuti. Una parte della formazione è svolta nelle strutture del CFP ed un’altra direttamente nei laboratori di produzione; vengono formati gruppi di circa 15 beneficiari ed i corsi sono assicurati da un’équipe di formatori/professori per corso. Nel 2012 i beneficiari sono stati 44 falegnami, 70 meccanici e 65 sarte.
Nel secondo settore le attività vengono realizzate nella Maison de l’Entrepreneur (Casa dell’Imprenditore), cogestita con l’ONG locale ADISCO[2], e sono suddivise in tre ambiti: sensibilizzazione e informazione; formazione; tutoring (post-formazione e supporto attraverso la redazione di un business plan, la presentazione di una domanda di credito ad un istituto di microfinanza, la creazione di servizi cooperativi). Nel 2012 257 artigiani hanno partecipato alle attività di sensibilizzazione e informazione, 128 hanno ora un loro Piano di Sviluppo Individuale e 10 hanno già realizzato un Business Plan.
Durante il 2012 un progetto presentato dal VIS e finanziato in loco dalla Cooperazione Svizzera ha permesso a 18 ex allievi del CFP Don Bosco di ideare, lanciare e sviluppare 5 micro-imprese, che sono state seguite settimanalmente da un imprenditore in pensione, il quale ha condiviso con i giovani la sua esperienza del tessuto socio-economico locale.
Nell’ambito del progetto CEI, nel 2012 128 studenti dell’ultimo anno degli 8 corsi del CFP hanno partecipato ad un programma di stage e 58 di essi hanno sperimentato l’innovativo programma di 6 mesi di alternanza scuola/lavoro (2 giorni in impresa, 3 a scuola per settimana).
Grazie ai fondi del Sostegno a Distanza, a fine 2012 sono 24 le bambine vittime di violenze e abbandono accolte nella Maison Béthanie, la Casa Famiglia aperta dal 2011; 30 sono invece le bambine a cui ci si rivolge in ottica preventiva tramite contributi alle spese scolastiche, sensibilizzazione dei familiari e coinvolgimento nelle attività socio-ricreative.
A livello di progettualità e di sostenibilità generale, vale la pena sottolineare come gli atelier di produzione della Cité des Jeunes rappresentino il “polmone” dell’intera opera. Essi sono gestiti da un volontario VIS richiesto dall’Ispettoria Africa Grandi Laghi. Dopo un 2011 di riorganizzazione strutturale ed economica, gli atelier di produzione della Cité des Jeunes (Falegameria, Saldatura e Sartoria) hanno intrapreso un 2012 florido. Queste vere e proprie imprese sociali hanno prodotto moltissimo a grandi ritmi ed aumentato la propria quota di mercato, dando lavoro a molti ragazzi, la maggior parte dei quali ex-allievi del CFP Don Bosco. Si è poi sviluppata un’interessante sinergia con il programma TVET, in particolare attraverso l’organizzazione, all’interno degli atelier, dei corsi di formazione continua per i corsi di falegnameria.
I punti di forza della missione VIS in Burundi sono il partenariato multisettoriale, garanzia di sostenibilità futura, e l’incisività delle attività realizzate in rapporto ai problemi reali del Paese. I punti di debolezza sono rappresentati dalle difficoltà riscontrate nella gestione dei partenariati e dallo scarso contributo fornito dal settore privato formale nell’ambito del programma TVET.
Il 2013 rappresenterà un anno cruciale, dato che saremo nel cuore del nostro programma triennale in favore dell’economia informale di Bujumbura e che speriamo di raccogliere i frutti del lavoro iniziato nel 2011 e rafforzato nel 2012 a sostegno degli atelier di produzione della Cité des Jeunes.
Aggiornato al 2012