La cerimonia del salto nel fuoco: dalla strada a una nuova vita

10 giugno 2016  - Un salto nel fuoco, per dimenticare un passato tra le strade. Un salto nel fuoco, per abbracciare un nuovo futuro. Un salto nel fuoco per raggiungere una nuova casa, una nuova vita. Attraverso questa particolare cerimonia i ragazzi di strada di Haiti si preparano ad essere accolti nel centro Foyer Lakay, dove potranno andare a scuola e imparare un mestiere.

Sara ci ha raccontato l'emozione e la gioia di questo evento.

"Penso sia ormai il 5° anno che partecipo alla cerimonia del salto nel fuoco, ma ogni volta le emozioni che vivo sono intense ed emozionanti. Dopo la cerimonia, mi capita di ripensare per giorni a questi ragazzotti che, in fila uno dietro l’altro, saltano il fuoco e corrono fra le braccia dell’educatore che li attende dall'altra parte.

Come sempre, prima che tutto cominci, c’è un grande fermento: tutti si preoccupano che ogni cosa sia al suo posto e che non manchi nulla. Quest’anno, poi, aspettavamo anche la visita dell’ambasciatrice di Panama; l'agitazione era ancora di più!

Durante i preparativi mi aggiro per Lakay, cercando di non dare troppo nell’occhio (cosa impossibile), per capire e vivere l'emozione di quei 39 ragazzi che quest’anno entreranno à Lakay. Spesso non capisco tutte le loro parole, ma i sentimenti di gioia e trepidazione sono del tutto evidenti nei  loro gesti, nelle loro smorfie e nelle loro risate.

Scelgono con difficoltà quale maglietta bruciare (simbolo che si lasceranno il passato alle spalle): “Questa? No, quest’altra! No, no, questa è ancora più brutta: ho deciso, getto questa!“. Anche se la maglietta è la più brutta (bucata, troppo corta o troppa lunga, o di 3 taglie più grande) è difficile decidere di buttarla quando il bagaglio che si ha è molto, molto essenziale.

Fatta la scelta, cominciano ad osservare il fuoco che gli altri ragazzi stanno preparando. Alcuni si avvicinano per fare una prova della rincorsa necessaria per il salto, misurano l’altezza delle fiamme, controllano la direzione del vento. I più piccoli hanno uno sguardo davvero preoccupato, cercano di non essere i primi, nella speranza che il fuoco si abbassi un poco.

Gli educatori di Lakou, li incoraggiano, li esortano, li sostengono. Tutti sono pronti. E via! Uno dietro l’altro gettano le magliette vecchie e saltano il fuoco con forza e convinzione. Nessuno esita, nessuno torna indietro! E per ogni ragazzo un grande urlo di incoraggiamento e forti applausi di congratulazioni.

Guardo i loro volti e vedo la gioia di essere riusciti a passare dall’altra parte. Diventano tutti un po’ più piccoli nel farsi aiutare ad indossare la nuova maglietta dagli educatori del “Foyer Lakay”, assaporano la bellezza di poter essere per un momento bambini.

Sorridono mentre salutano l’educatore che gli fa firmare il documento con cui si impegnano  ad andare a scuola, ad imparare un mestiere ed a frequentare un gruppo ricreativo.

I ragazzi che già fanno parte de Lakay li accolgono con un canto di benvenuto e la coordinatrice del Foyer fa tuonare la sua voce dicendo loro cosa si aspetta da ognuno di loro. Già , ci sono un sacco di regole da rispettare.

Cerco di scorrere i loro volti mentre guardano ancora gli abiti nuovi ricevuti. E mentre la coordinatrice parla, mi chiedo se  la stanno ascoltando o se invece stanno già immaginando come sono gli altri ragazzi: "Chi sarà il più simpatico? Chi sarà quello che mi romperà le scatole?". Li vedo chiedersi sottovoce quale sarà il loro letto, dove potranno mettere le loro cose, si scambiano pareri sugli educatori. Le loro domande ricevono presto risposta: i  "vecchi” di Lakay sono pronti a mostrare loro dove e come sistemarsi.

E’ fatta, anche quest’anno un nuovo gruppo è arrivato. E quando penso che sia finita, il Direttore Lephene, mi dice:  “Sara, tu sei  MounLakay (persona di famiglia), devi dire qualcosa ai ragazzi"

Mi prende alla sprovvista, ma non posso rifiutare, che onore essere definita MounLakay, grazie Direttore.

Con tanta emozione, quindi, auguro ai nuovi ragazzi di non mollare, di tenere duro, gli ricordo che il cammino che hanno intrapreso  non è facile ma ne varrà la pena, dico loro di tenere stretto l’entusiasmo, l’energia e la forza di questa giornata e di conservarli nei loro cuori e nelle loro menti."

Sara Persico

Representant Pays VIS Haiti