Parti perché scegli di partire: il racconto di Luca, civilista in Madagascar

23 ottobre 2015 - Parti perché scegli di partire, non è nient’altro che un fatto personale dato dalla volontà di non restare fermo.

Mi spiego meglio, muovendoti decidi di lasciarti dietro delle cose per far spazio ad altre che ancora non conosci, ma che vuoi fare tue. Il partire non è per niente facile, devi decidere di rinunciare a cose importanti come possono essere i primi istanti di vita di tuo nipote, il matrimonio della tua amica che per te è come una sorella o ancora il non essere presente in aeroporto il giorno che il tuo migliore amico realizza il suo sogno e parte per il Canada.

Per fortuna tutto questo, quando sei in movimento, lo senti meno, perché ti stai muovendo lungo la strada che tu hai tracciato; una strada come si deve, tre corsie senza limiti di velocità tutta dritta e ben asfaltata. Peccato che qualsiasi direzione tu prenda, che sia il Madagascar come la Bolivia o l’Angola, alla fine sei costretto a modificare quel tuo percorso, iniziare a condividere quelle tre corsie con altre persone, fare delle pause perché la strada si è fatta troppo ripida o perché semplicemente hai finito la benzina e devi aspettare che arrivi il carro attrezzi per trainarti alla prossima stazione di servizio. Qui in Mada, per fare 400 km ci metti dalle 8 alle 10 ore e le fai in compagnia di altre 20 persone all’interno di un veicolo commerciale convertito a pullman ed il tratto di strada più dritto che puoi trovare è pieno di buche che ti costringono a rallentare.

Nonostante tutto, tu continui a credere che la scelta sia tua quindi anche queste modifiche, le fai perché sei tu a volerle, come le persone con cui parlare e affezionarti.

Fino a quando una mattina nel tuo viaggio si aggiunge Feno, una ragazzina di dodici anni che è in oratorio per il suo primo giorno di scuola, fin dal primo istante ti obbliga a fermarti, subito non capisci cosa stia succedendo, di ragazzi così ne hai già incontrati parecchi e avevi sempre scelto di andare avanti, ma con lei è diverso, non ci riesci. Provi in tutti i modi allora a capire che cosa mai può avere di speciale, saranno forse le sue trecce o quel suo sorriso perennemente stampato sul viso, niente non riesci a darti una spiegazione. Allora lei che a quanto pare è molto più sveglia di te, capisce che hai bisogno di una deviazione, ti afferra per mano e ti accompagna fino all’entrata della sua classe, ti saluta e va a sedersi al banco pronta per iniziare la scuola.

Per fortuna è finita, ora che è in classe, puoi ritornare sulla tua strada, però ti accorgi che quella deviazione, non scelta da te, ti ha portato su una strada semplicemente più bella, allora capisci che nonostante il primo passo di quella strada sia partito da te, per arrivare a quel punto ti sei lasciato scegliere, perché Feno in quel momento ha visto per te una strada più bella che tu da solo non avresti mai potuto vedere. Ora capisci anche perché è riuscita a fermarti, perché in quei suoi occhi si rifletteva amplificata l’immagine della tua strada, che in quello sguardo ti mostrava anche solo per un attimo la tua destinazione.