21 novembre 2014 - Nuova edizione dell'annuario Italiano dei Diritti Umani! Mercoledi 19 novembre 2014 a Roma, sotto l’egida del Senato della Repubblica, il CIDU del Ministero degli Esteri, l’Università degli Studi di Padova e della SIOI, che ospitava nella sua sede la presentazione, anche questo anno, si è tenuto fede all’appuntamento annuale che ormai da tempo il Centro Diritti Umani dell’Università degli Studi di Padova mantiene con il suo preziosissimo Annuario, l’Italian Yearbook of Human Rights.
Un parterre di altissimo livello ha visto i professori Antonio Papisca e Marco Mascia, illustrare insieme al Presidente della SIOI, On.le Franco Frattini, al Sen. Giuliano Amato, all’Ambasciatore Gian Ludovico De Martino e al Prof. Umberto Leanza non solo l’Annuario ma anche la situazione italiana odierna in materia di diritti umani. Un particolare contributo è stato dato dai tre giovani ricercatori della Università di Padova che da anni con capacità e costanza lavorano intorno al progetto: Paolo Destefano, Andrea Cofelice, Pietro De Perini e Claudia Pividori. Infine, per la società civile all’appuntamento come sempre ricco e trasversale ha partecipato Barbara Terenzi, portavoce del Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani e responsabile dell'ufficio diritti umani del VIS.
L’Annuario da sempre si è rivolto a un ampio pubblico e non soltanto agli addetti ai lavoro risultando uno strumento agile e di facile consultazione, che anche per questo è stato per di più tradotto in lingua inglese.
L’Italian Yearbook of Human Rights è oggi in Europa riconosciuto e portato ad esempio come l’unico strumento sistematico realizzato in materia; una buona pratica a livello europeo ed internazionale.
Cos’è il valore aggiunto di questo manuale? E’ che s’inserisce in un discorso di educazione ai diritti umani portato avanti in prima persona dai professori Papisca e Mascia che si traduce in una visione e un approccio interdisciplinare, trasversale, indivisibile dei diritti umani nel loro insieme.
Attraverso il Centro Diritti Umani di Padova, unico esempio con un così ampio spettro d’intervento in Italia, si lavora in tutte le componenti della ricerca e dell’educazione con uno sguardo ai diritti umani e si pongono in essere azioni e politiche che si estrinsecano in una ricchissima offerta di interventi in vari ambiti.
E’ un’applicazione pratica di ciò che è comunemente indicato un approccio olistico ai diritti umani e che così facendo ne rispetta il vero valore intrinseco e significato secondo la più avanzata dottrina in materia.
In conclusione un esempio che è auspicabile sia recepito e replicato a tutti i livelli della compagine del nostro paese affinché si attui una visione delle problematiche del sociale nuovo e che contribuisca ad una costruzione democratica non solo dell’Italia ma dell’intero mondo.
Tutto ciò assume ancor più un significato forte se si considera che la riflessione avviene all’indomani delle raccomandazioni ONU emerse dalla seconda tornata della Revisione Periodica Universale a cui è stata sottoposta l’Italia e che vede non solo aumentare le raccomandazioni ma puntualmente evidenziare la mancanza di una istituzione nazionale indipendente per i diritti umani.
Un’interessante analisi di queste raccomandazioni, prodotte dall’UPR Working Group Session appena conclusasi a Ginevra, presentata dai giovani ricercatori del Centro Diritti Umani di Padova, ha evidenziato non solo il loro aumentato numero ma la loro reiterazioni rispetto alcune problematiche del nostro Paese a distanza di quattro anni dal primo esercizio di Revisione Periodica Universale dell’ONU all’Italia concluso nel 2010.
Raccomandazioni, purtroppo, alcune delle quali come quella per l’istituzione nazionale indipendente per i diritti umani, rimaste lettera morta nonostante i ripetuti richiami di tutti gli organi delle Nazioni Unite attraverso i loro Comitati per i diritti umani e gli impegni volontari ufficiali assunti in sede di candidatura al Consiglio Diritti Umani per ben due volte, una delle quali come ricordato alla presentazione dall’allora Ministro degli Esteri Frattini, a cui si è aggiunto il costante impegno politico e monitoraggio della società civile riunito nel Comitato per la promozione e protezione dei diritti umani, la rete di 90 Ong e associazioni italiane che dal 2002 lotta per questo obiettivo.
In conclusione, benvenuto al neonato Annuario Italiano dei Diritti Umani 2014 in entrambe le versioni, italiana e inglese, espressione e segno di un lavoro costante, serio e concreto, un messaggio di speranza che guarda al futuro.
Come al futuro guarda il nuovo impegno assunto dai due professori e dal team che li circonda affinché il diritto alla pace sia riconosciuto come tale e il cammino intrapreso con il lancio della Campagna internazionale per il riconoscimento del Diritto alla Pace già raccolto da molti Comuni italiani ed arrivato al tavolo europeo possa condurre ad un riconoscimento dello ius ad pacem e ad un indebolimento dello ius ad belli , prerogative riconosciuto allo stato come tale.
La presentazione dell’Annuario presso la SIOI ha un valore simbolico importante per il ruolo che da sempre ricopre questa istituzione, infatti, un folto pubblico era presente, con giovani, accademici, diplomatici, giornalisti, parlamentari e rappresentanti della società civile, destinatari primi di questo importante lavoro.