2 settembre 2014 - Sono rientrati da qualche giorno in Italia. L'esperienza è ancora fresca. Il loro viaggio è recente e i ricordi sono forti. Gli abbiamo chiesto di descrivercelo, di scorrere con noi i tanti, significativi, "fermo immagini". Ecco il racconto dell'esperienza estiva dei ragazzi dell'Animazione Missionaria Salesiana dell'Italia Meridionale in Albania.
20 Luglio 2014, porto di Bari e un fermo immagine nella mente: poche persone in arrivo e moltissime in partenza, probabilmente verso casa. Tra questi ultimi, un gruppo di giovani accompagnati da un sacerdote, provenienti da tutto il Sud Italia, che stanno lasciando la propria casa per vivere in modo non convenzionale, quindici giorni della propria estate in un contesto di integrazione e solidarietà, l'Albania.
Anche quest'anno dopo aver preso parte alla formazione annuale di animazione missionaria, siamo partiti per l'Albania e per tutta la durata dell’esperienza, la nostra “casa” è stata l’oratorio di Scutari. Ci è sempre stato detto che qualsiasi oratorio, in qualunque parte del mondo, per noi giovani è sempre casa. A Scutari abbiamo fatto esperienza concreta dell'accoglienza salesiana: don John, don Bledar, don Rudhi e don Michele sono stati per noi padri, maestri ed amici; ci hanno sostenuto e supportato in ogni momento; sono stati veri testimoni della loro chiamata ad essere al servizio dei giovani ed in particolare dei giovani più poveri; ci hanno ricordato che “la santità consiste nello stare molto allegri”, allietando i nostri pranzi e le nostre cene, rendendo gioiosa la nostra presenza in cortile.
Il nostro impegno è stato indirizzato soprattutto a favore dei bambini e dei ragazzi dell'oratorio di Berdica dove tutte le mattine li trovavamo ad aspettarci, trepidanti e ansiosi di iniziare l’Estate Ragazzi tra giochi, laboratori e difficoltà linguistiche. L'incapacità di comunicare verbalmente non ci ha, tuttavia, impedito di entrare in relazione con i ragazzi al punto tale da non sentire più questa distanza. Il desiderio di entrare in relazione con ciascuno di loro era talmente forte da spingerci a cercare qualsiasi modo possibile per farci comprendere. Abbiamo constatato che i sorrisi, gli sguardi, gli abbracci e la preghiera sono dei linguaggi universali che ci hanno fatto sentire tutti figli di don Bosco e fratelli tra noi.
La realtà di Berdica è molto povera e particolare, tuttavia, ciò che ci ha sconvolti è la grande ricchezza d'animo che anche il più piccolo tra i bambini possiede. Mai è mancato l’entusiasmo e la gioia dei ragazzi nel gioco, nelle attività proposte, mai la nostra stanchezza fisica ha prevalso sulla grande gioia che abbiamo ricevuto e vissuto.
Oltre al nostro impegno quotidiano a Berdica, altre sono state le realtà che hanno segnato la nostra esperienza: la visita al monastero delle clarisse adiacente un ex carcere dove venivano torturati tutti i religiosi che, durante il regime comunista, non hanno rinnegato il proprio credo tanto da essere, oggi, considerati martiri della fede; l'incontro con le suore di Madre Teresa che si dedicano, con amore e dedizione, alla cura dei disabili, fisici e mentali, completamente abbandonati dalle loro famiglie. Anche in questo ultimo caso, un'apparente difficoltà di comunicazione, attesa la loro impossibilità fisica di farsi comprendere con i gesti o con le parole, è stata facilmente superata da degli occhi luminosi e da sorrisi (s)coinvolgenti che sono arrivati dritti al cuore. Infine siamo andati in Kosovo a Pristina e a Gjlan dove da pochi anni è sorto l'oratorio e la scuola e dove si testimonia Cristo in una realtà religiosa a stragrande maggioranza musulmana.
5 Agosto 2014, porto di Durazzo. Un gruppo di giovani accompagnati da un sacerdote, provenienti da tutto il sud Italia sta “lasciando” la Casa albanese per ritornare nella casa italiana. C'è un particolare che colpisce: tutti i componenti hanno un “bagaglio” in più: è rosso come la bandiera dell'Albania, è resistente come la forza della Vita, è semplice come lo stile di Vita che hanno vissuto. Sul davanti un adesivo riporta la seguente frase: “Scegliere di volare in alto e fare grandi cose, scegliere di andare controvento, ...come le aquile!!! “. Se vi è venuta voglia di fare vostro questo “bagaglio” c'è una sola casa che lo realizza, l'etichetta riporta “CREATED BY GOD”. Senza il Signore e la condivisione di fede tra tutti noi, questa esperienza missionaria non avrebbe contribuito a cambiare le nostre vite, ad aprire i nostri cuori, ad avere nuovi occhi.
Mirupafshim Shqipëri!
I ragazzi dell'Animazione Missionaria Salesiana dell'Italia Meridionale