26 agosto 2014 - Sono passati 5 mesi dall’inizio di Buke, Kripe e Zemer e tra un’attività e l’altra non riesco a non pensare a come l’Albania mi stia cambiando, e lo stia facendo in meglio. Richiamo alcuni volti che hanno dato valore aggiunto a quest’ultimo mese e mezzo, ripercorrendo così i momenti cruciali per le attività del progetto finanziato dal Ministero degli Affari Esteri italiano.
E c’è Angjelin, giovane di Boga, un villaggio della valle di Shkrel nel Nord dell’Albania, che ora lavora con noi come punto di riferimento sul campo, oltre ad essere da qualche mese il responsabile dell’ufficio turistico della sua valle.
Angjelin è timido ma serio, crede fortemente nelle possibilità che il progetto offre alla sua comunità, tanto da riuscire a convincere alcune donne del suo villaggio a fidarsi di noi, dandoci alcuni prodotti fatti in casa (artigianato e cibo) da presentare ad alcune fiere locali. Non possiamo comprarli prima, ma tutto il ricavato delle vendite sarà ridato al produttore, sigillando così un primo rapporto di fiducia e un primo gruppo di persone interessate a sviluppare in modo più professionale il turismo a Shkrel.
Trascorriamo qualche ora insieme impacchettando marmellate e miele e cercando di pensare a come rendere più bello e accogliente il nostro stand, poiché è la prima volta che si presenta alla comunità. E Angjelin con pazienza e precisione mi sorride e mi dice: “Anna, ho una visione per Boga!” A noi ora non resta che aiutarlo a renderla reale e tangibile.
Poi ripenso a Fran e alle sue api. Ne parla come fossero la sua famiglia: con affetto e rispetto. E’ felice di poter incontrare l’esperto italiano che, grazie a un accordo tra il VIS e Agronomi Senza Frontiere, ha visitato il Nord Albania per una prima analisi della produzione di miele in quest’area. In seguito sarà possibile preparare un piano di azione che ci permetta di intraprendere un percorso per la produzione di miele 100% biologico, eliminando qualsiasi tipo di sostanza chimica, magari utilizzata anche inconsapevolmente dai produttori locali.
Ma non posso non ricordare anche Ferdi, sindaco di Shkrel e partner ufficiale del progetto. Ferdi si presenta come un omone alto e sorridente, ha un saluto per tutti e la più piccola delle sue tre splendide bimbe sempre in braccio. Alla riunione del primo Comitato di Gestione del Fondo di Sviluppo Locale si è però presentato in veste ufficiale, serio e orgoglioso di essere ancora una volta in prima linea per lo sviluppo di Shkrel. E’ stato votato come presidente del Comitato, un gruppo di 9 rappresentanti delle diverse realtà presenti nel territorio (società civile, produttori, amministrazioni locali e VIS e CESVI) che avrà il compito di valutare e approvare le richieste provenienti dalla comunità riguardo progetti comunitari e grants. In questo saranno aiutati da un’ONG albanese, Partnership for Development, che insieme a VIS e CESVI, aiuterà a capire i diversi aspetti delle singole proposte: la loro fattibilità e sostenibilità, il contributo della comunità e la corretta implementazione. Non è un percorso semplice, ma l’importanza di lasciare alle comunità coinvolte la responsabilità e la possibilità di gestire l’allocazione dei fondi è anche una garanzia importante sul fatto di investire in aspetti che le persone sentano necessarie e non imposti dall’alto e da chi è lontano dalla quotidianità di questi luoghi.
Ma c’è anche Dessislava, la nostra consulente per lo sviluppo rurale e consigliera internazionale per Slow Food. Dessislava viene da Sofia e ormai è quasi di casa nel Kelmend. Ad Agosto ha effettuato la sua terza visita al Nord, per analizzare la produzione di un formaggio prodotto solo nei villaggi di Lepushe e Vermosh, il Mishavine. La sua ricerca è importante per far si che questo prodotto tradizionale non venga perso dalle nuove generazioni e perché possa diventare anche una possibile e sostenibile fonte di reddito per i produttori locali. Non sarà un percorso facile, ma tutte le famiglie coinvolte si sono dimostrate interessate alla proposta che gli è stata fatta e con le idee chiare sulle proprie necessità a riguardo.
Ed infine ci sono i volti di Elena, Maria Eva, Silvia, Suor Anna Maria ed Elena, le volontarie della Diocesi di Concordia-Pordenone che hanno deciso di trascorrere una settimana di servizio tra Kelmend e Shkrel. L’intensità dei giorni trascorsi insieme ha lasciato il segno nel cuore sia della comunità che del gruppo, messo alla prova nello scoprire una cultura tutta nuova e accogliente in modo inaspettato. In Kelmend hanno potuto aiutare nella raccolta dei mirtilli, godendo degli splendidi paesaggi degli alpeggi del Nord e provando in prima persona la fatica di un lavoro che per le nostre comunità è un’importante fonte di reddito.
A Shkrel invece, con il supporto del parroco don Nikolin, hanno giocato e coinvolto ragazzi e giovani animatori in attività sul riciclo, balli, canti e giochi. Era la prima esperienza per i giovani della valle, che hanno potuto assaggiare un nuovo modo di stare insieme, partecipando con gioia e curiosità a quanto gli è stato proposto.