Ogni favola è un gioco: le 4 favole ideate dalla 1° A dell'Istituto Statale Dante Alighieri , Opera, Milano si aggiudicano il secondo premio

16 giugno 2014 - Sono i ragazzi della 1°A dell’Istituto Statale “Dante Alighieri” di Opera, Milano, ad essersi aggiudicati il secondo premio del nostro concorso per le scuole indetto insieme al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) "Ogni favola è un gioco". Il bando prevedeva la nascita di una riflessione per gli alunni su i temi dei diritti dei minori e le differenze che ci sono tra il nostro Paese e altri, come il Pakistan, che abbiamo proposto come riferimento attraverso i materiali inviati alle scuole partecipanti (video, fotografie, approdonfimenti testuali).

Per la 1°A della Scuola “Dante Alighieri” il lavoro e la creatività si sono tradotti nella narrazione visiva e letterale di quattro favole scritte dagli studenti che sottolineano alcuni importanti diritti dei bambini. I quattro vivaci e coloratissimi libretti contenenti altrettante storie (L'elfo e la fata, Edera e Blutus, La principessa smarrita, La storia di Leo) sono stati ideati dai ragazzi con l’aiuto del Professor Pasquale Di Monaco, docenti di Lettere, e la Professoressa Paola Castellini, docente di Arte. Proprio alla professoressa Castellini abbiamo posto alcune domande per capire meglio la partecipazione della classe e il percorso educativo seguito.

  • Come ci si sente ad essere i vincitori del concorso?

Siamo contenti di aver vinto questo premio, la nostra scuola da molto tempo si occupa di tematiche come quella relativa ai diritti dei minori e il nostro istituto è spesso abituato a svolgere attività che rafforzano la conoscenza su questi concetti così importanti per lo sviluppo della nostra società, di oggi e di domani.

  • Cosa vi ha spinto a partecipare a questo bando?

La scelta di aver partecipato al concorso “Ogni favola è un gioco” deriva dalla tradizione della scuola nel promuovere attività interdisciplinari relative a temi importanti come i diritti dei bambini di tutto il mondo. La nostra classe è poi una classe ricca di incontri e di culture diverse, che tutti i giorni condividono l’istruzione, la vita e un pezzo di storia comune. E’ importante inserire nei nostri programmi di studio uno sguardo sui diritti dei ragazzi e sulle differenze che purtroppo ancora ci sono tra vari Paesi e riflettere sul fatto che una Carta Universale dei Diritti dei Minori dovrebbe ormai essere protagonista sullo scenario mondiale.  

  • Qual è stato il percorso che vi ha portato a sviluppare il vostro lavoro?

Insieme al docente di Lettere il Professore Pasquale Di Monaco abbiamo coinvolto i ragazzi in questo percorso. Il lavoro è iniziato con la visione del materiale che il VIS ci aveva fornito e specialmente il libro sulle favole è stato il fulcro del nostro dibattito. Abbiamo deciso infatti insieme ai ragazzi che raccontare una storia e disegnarla sarebbe stato il nostro compito. Da qui poi sono nati questi libretti molto “simpatici”: le quattro storie, che gli studenti divisi in gruppi hanno ideato, prendono spunto ciascuna da alcuni diritti enunciati nella carta fondamentale dei diritti dei minori. Ogni fiaba ha la sua morale proprio nella spiegazione dell’importanza di questi diritti, come il diritto al gioco, all’istruzione e a una famiglia. 

  • Come reagiscono i ragazzi quando sono nelle condizioni di ricevere le informazioni che diritti semplici, come il diritto al gioco, non sono elementi così scontati nella vita dei bambini in varie parti del mondo?

Come dicevo la classe è molto variegata e i ragazzi hanno preso a cuore queste storie; il lavoro si è ampliato quando, con il materiale fornito dalla vostra ONG, abbiamo coinvolto bambini di altre nazionalità che sono in altre classi. La sensibilità dei ragazzi è spesso sottovalutata e le emozioni riportate da alcuni di loro arricchiscono sia i giovani ma anche gli adulti che gli sono intorno.

  • Quale è il mondo possibile che lei immagina?

Per il futuro, penso che, anche se a volte sembra complesso, dovremmo guardare al domani con un po’ di positività. Certo è un lavoro difficile, vorrei che le disparità tra le persone scomparissero e i diritti dei minori diventassero il punto fermo delle nostre società.

Beatrice Gelsi

Scuola di giornalismo internazionale Fondazione Lelio Lisli Basso

In tirocinio presso l’ufficio comunicazione del VIS