Meriam, Sudan, condannata a morte perchè cristina, continua l'appello per la sua definitiva liberazione.

6 giugno 2014 - Continua la petizione per Meriam la ragazza sudanese, madre di due figli, che il tribunale sudanese ha condannato a morte per il reato di apostasia, per non aver abiurato alla sua religione cristiana in favore dell’islam. Meriam secondo le dichiarazioni del governo Sudanese dovrebbe essere rilasciata entro pochi giorni. Per il momento non è chiara quale sia la sua sorte.

Meriam secondo la sharia dovrebbe essere anche lei musulamana, poichè di padre di religione islamica. la giovane avrebbe dunque commesso il reato di apostasia dichiarando di essere cristiana e aggravando la sua situazione con l'adulterio sposando un uomo di religione cristiana, unione che vorrebbe essere ritenuta illecita come i figli che da questo matrimonio sono nati.

 Lo scorso 31 maggio il governo Sudanese si è impegnato a provvedere alla sua scarcerazione, affermando che il Sudan rispetta il diritto alla libertà di culto. Non ci sono però altre notizie sulla sua completa scarcerazione.

Vi invitiamo calorosamente a sostenere il diritto di Meriam!

Qui sotto vi riportiamo la storia di Meriam e di suo marito e l’appello che quest’ultimo ha rivolto al mondo per sostenere la sua sposa.

L’articolo è di Enrico Franceschini, di Repubblica.it

 

"Salvate Meriam e i bimbi" L'appello del marito che commuove il mondo

DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA MA NEL suo caso la moglie è in prigione, incatenata al suolo, la figlioletta di pochi giorni è anche lei in carcere insieme alla madre, e per entrambe è già iniziato un conto alla rovescia: due anni di tempo in cui la madre potrà allattare la bambina dietro le sbarre, dopodiché verranno separate, la mamma per essere giustiziata, la figlia non è chiaro con quale destino. E' «l'abominio », come lo definiscono fra gli altri l'ex segretario di Stato Hillary Clinton e l'attrice Mia Farrow, deciso da un tribunale del Sudan, uno dei paesi più poveri del pianeta, che ha condannato a morte Meriam Ibrahim per apostasia, accusandola di avere abbandonato la propria religione, ossia l'Islam: reato punibile con la pena capitale in una ventina di nazioni, dall'Arabia Saudita all'Iran. Una vicenda che fa inorridire il mondo, con appelli alle autorità affinché annullino la sentenza: da Amnesty International all'arcivescovo di Canterbury, leader spirituale della Chiesa Anglicana, in tanti si stanno muovendo per "Salvare Meriam" e la sua bambina, come titolava ieri il Times di Londra in prima pagina. All'orrore che suscita l'idea di mandare a morte qualcuno, solo perché vuole esprimere il suo libero arbitrio cambiando religione, se ne somma un altro, paradossale, incredibile, assurdo: «Meriam non ha cambiato religione», dice il marito, intervistato dalla Bbc. «Suo padre, di fede islamica, se ne è andato da casa quando lei era appena nata ed è stata allevata da sua madre che è cristiana». Con rito cristiano Meriam e Wani si sono sposati tre anni or sono a Khartum, la capitale sudanese. Una foto delle nozze mostra una giovane coppia apparentemente felice. A guardare meglio l'immagine si nota che lo sposo è in sedia a rotelle: Daniel soffre di una forma acuta di distrofia muscolare. La malattia non gli ha impedito di emigrare negli Stati Uniti, dove ha acquisito la cittadinanza americana, ma durante un viaggio di ritorno in Sudan per visitare i familiari ha conosciu- to Meriam, si è innamorato, l'ha chiesta in sposa e si è fermato lì. Dal matrimonio è nato un primo figlio, Martin, che ora ha un anno e mezzo – è anche lui in prigione con la madre. «Martin non sorride più. Noi vivevamo tranquilli, quando alcuni parenti di Meriam l'hanno accusata di apostasia per impossessarsi di un negozio di sua proprietà e questo è l'atroce risultato», racconta l'uomo all'emittente britannica. Il Sudan consente libertà di culto. Ma il giudice, applicando la sharia , ha deliberato che Meriam è islamica per parte di padre, per cui la sua scelta cristiana costituisce abbandono della fede originale. Di conseguenza il matrimonio è invalido e, avendo avuto rapporti sessuali con un uomo senza sposarsi, la donna è anche imputata di adulterio. Così il tribunale l'ha condannata a morte. Un mezzo per evitare il carcere e la morte in teoria ci sarebbe: basterebbe che Meriam rinunciasse alla fede cristiana. «Ma non lo farà», afferma suo marito. «Se volete giustiziarmi, ebbene fatelo», ha detto lei al magistrato con un coraggio da martire, «sono cristiana e non intendo cambiare fede». L'Occidente minaccia di interrompere gli aiuti a Khartum. Ma intanto una madre di 27 anni incatenata a terra allatta in prigione la figlia di pochi giorni e il conto alla rovescia verso la sua esecuzione continua.

Fonte: Enrico Franceschini, Repubblica.it