Ricordando Luigi Zortea, un concerto a Trento a sostegno dei nostri progetti in Albania

27 maggio 2014 - Alle ore 18.30 del 1 giugno a Badia di Sal Lorenzo, a Trento, si terrà un concerto in ricordo di Luigi Zortea, a cinque anni dalla sua scomparsa durante un incidente aereo. Il coro del laboratorio musicale di Ravina sarà diretto dal Maestro Maurizio Postai ed eseguirà musiche di A. Bruckner, G. Fauré, F.J. Haydn, F. Mendelssohn, W.A. Mozart, C. Saint- Saens, M. Zortea. Il concerto verrà preceduto da una messa in memoria. Il concerto sarà l'occasione per sostenere i progetti del VIS in Albania. Riportiamo un articolo scritto dalla famiglia Zortea per raccontarvi chi era il signor Luigi e la sua  vita piena di umanità, solidarietà che lega l'Italia all'Albania.

Era l’anno 1942, tempo di guerra e di stenti, ma anche di amore per la vita, quando Luigi vide la luce, lui che già da piccolo si ritrovò ben presto uomo: orfano di padre a soli sei anni, per necessità assunse su di sé in breve la responsabilità di capofamiglia. Con la grande intelligenza, buona volontà e predisposizione per il sacrificio che lo hanno sempre contraddistinto avrebbe anche potuto intraprendere una brillante carriera; ma la vita, si sa, non sempre ci porta dove vorremmo e spesso ci costringe a farci piccoli e ad attuare il nostro “piano B”. Così fu anche per lui, che non si perse d’animo, raccolse le sfide del Fato e con grande umiltà ridisegnò la sua vita. A volte, però, quel “destino” che non ci piace e ci sembra avverso non è poi così ma- le, magari si serve di noi proprio per attuare grandi cose. Perché è pur vero che “nemo propheta in patria”, ma è anche vero che “il tempo è un gran si-gnore” ed è proprio il tempo che ora ci permette di vedere, capire, apprezzare con serenità le parole e le opere di una vita.

Sono innumerevoli infatti le iniziative da lui progettate, costruite, condivise, impostate, suggerite.
In molti campi ha applicato le sua non comuni doti di intuizione e di visione strategica del futuro: gli incarichi istituzionali (sindaco per 3 legislature e vice in una quarta in giovane età; assessore comprensoriale alla sanità per svariato tempo, vicepresidente del Comprensorio), l’associazionismo di pro- mozione sociale (ad es. l’incarico di addetto sociale alle ACLI e l’esperienza dei circoli ACLI di zona), la cooperazione di impresa (ad es. le cooperative edilizie, come la Cooperativa edilizia Luigi Negrelli), le aggregazioni di solidarietà internazionale decentrata (ad es. i gemellaggi transfrontalieri fra enti locali). La sua era una concezione che potremmo dire olistica e integrata dello sviluppo, che spazia dalla comunicazione sociale (ad es. le radio locali come forma partecipativa di esercizio dell’informazione at- tiva e passiva; fu sostenitore convinto di Radio Primiero e persino conduttore di programmi) alla formazione professionale (ad es. gli istituti Enaip come motori locali di riqualificazione professionale, substrato della imprenditorialità diffusa), dall’istruzione primaria e secondaria accessibile a tutti (si spese sempre per la presenza di scuole e istituti superiori anche nelle valli di Primiero e Vanoi e per un adeguato servizio di trasporto pubblico verso i centri maggiori come Feltre e Trento, sedi dell’offerta formativa più completa) alle reti di servizi sanitari opportunamente distribuite e razionalizzate anche fra regioni diverse (fu fra i protagonisti del convenzionamento sanitario fra Provincia Autonoma di Trento e Regione Veneto per l’accesso ai servizi dell’ospedale di Feltre da parte dei residenti nelle valli di Primiero e Vanoi), dai collegamenti viari come strumento di emancipazione dall’isolamento e dall’esclusione sociale (ad es. tra i promotori del tunnel sotto il Monte Totoga, che ha aperto al Vanoi una connessione senza precedenti con i territori contigui) sino al turismo ecocompatibile (ad es. i parchi naturali ed i musei a cielo aperto, qual è l’Ecomuseo del Vanoi) ed all’uso razionale delle risorse naturali (ad es. mediante gli acquedotti consorziali rurali; indimenticabili quelli della Valle del Lozen). Sono così tante le realizzazioni che davvero si rischia di dimenticarne qualcuna…

Di sicuro però possiamo affermare che il suo sguardo andava lontano, oltre: sapeva abbracciare
eventi, persone e situazioni di là da venire, facendole diventare realtà concrete. Il suo credere nella solidarietà fra persone e comunità vicine e lontane era quasi innato e sempre volto a costruire un mondo migliore, anche a partire da processi di sviluppo locale. E’ stato sicuramente anche testimo- ne attento e convinto protagonista di un preciso modo di concepire lo sviluppo locale delle aree svantaggiate, a partire da una visione progettuale ed imprenditoriale delle comunità e delle formazioni sociali intermedie, lui che ha iniziato a lanciare il suo sguardo in realtà che a quel tempo erano terra di emigrazione e spopolamento.

Dopo una vita così intensa, nel 2009 si ritrovò in viaggio verso il Brasile. Là discendenti di emigrati trentini avevano da poco lanciato iniziative imprenditoriali per vendere i prodotti delle terre da loro coltivate, attività che oggi danno sostentamento e speranza a moltissime persone. Ricevette un invito assieme a tutti gli altri Sindaci della vallata ed altre autorità di tutto il Trentino, a sottolineare legami profondi che il tempo non cancella. Accettò l’invito, nonostante avesse progettato per l’autunno dello stesso anno un viaggio poco distante per gemellare la sua realtà istituzionale con i discendenti dei migranti partiti da quella stessa realtà. Dunque andò in Brasile: partì il 20 maggio, giorno del suo 42° anniversario di matrimonio. In quella missione si impegnò a fondo, incontrando comunità e luoghi diversi ma al tempo stesso simili a quelli da cui era partito. Cominciò il suo viaggio di ritorno… ma nella notte fra il 31 maggio e il primo giugno l’aereo su cui viaggiava si inabissò nei fondali dell’Oceano Atlantico. Dopo due anni di ricerche venne ritrovato il relitto e vennero tratti a riva i corpi di quasi tutti i 228 passeggeri. Non il suo: non è mai stato ritrovato. Ha terminato la sua vita senza mai concludere quel viaggio, come se fosse rimasto sospeso laggiù in mezzo all’oceano.

Siamo nel 2014 e sono passati ormai 5 anni dalla sua scomparsa. Dentro di noi sentiamo che la memoria e l’affetto per chi ha dato tanto non possono morire in poco tempo, ma diventano appunto la forza per andare avanti e per moltiplicare il bene ricevuto. Poteva essere difficile capire come ricordare in maniera consona e degna una persona come lui, capace di ascoltare tutti e di trovare la soluzione giusta per ogni problema, ma da lassù le cose si vedono meglio ed è facile ispirare chi resta.

Ecco dunque che il ricordo delle sue opere ha indirizzato la nostra famiglia verso l’Albania, in una realtà rurale che davvero ben ricorda la sua terra d’origine come era 50-60 anni fa. Siamo così entrati in contatto con le comunità dei monti nel Nord dell’Albania, paese in cui da oltre 20 anni opera il VIS, organizzazione non governativa di cooperazione internazionale ispirata a don Bosco (grazie all’impegno di Massimo, che aveva visitato quelle realtà quando era presidente del VIS e che spera- va tanto di far visitare a Luigi, che di sicuro si sarebbe impegnato in quella nuova sfida): Kelmend e Shkrel, due comuni distesi su un‘area di circa 650 km quadrati; un territorio montuoso, difficile, collegato malamente con il capoluogo della regione (Scutari, bella città di forti reminiscenze veneziane), dove per farsi curare anche da semplici malattie ci si doveva rivolgere a strutture fatiscenti, fredde, decisamente poco ospitali soprattutto per anziani, mamme e bambini; nelle aule delle scuole si tremava di freddo se qualcuno si dimenticava di portare la legna da mettere nelle stufe; le strade sono solo nastri bianchi di polvere e buche. Un territorio che sembra fatto apposta per far fiorire quel bene che qui ha dato tanti frutti.

Come agire concretamente? Per la sua morte nel disastro aereo la nostra famiglia ha ottenuto un risarcimento: abbiamo discusso e deciso insieme di rinunciare a parte di quelle risorse e investirle per sostenere un progetto che sarebbe molto piaciuto a Luigi. Era il modo migliore per continuare a far vivere il senso più profondo della sua opera in vita: lui ha sempre incoraggiato la solidarietà e lo sviluppo di opportunità per le persone e le comunità più svantaggiate.

Abbiamo costruito un legame fra le comunità di quelle valli e le comunità del Trentino, favorendo epromuovendo in molti modi l’incontro fra istituzioni, pubbliche e private, gruppi, associazioni e persone. In particolare, nel 2012 e b abbiamo organizzato due missioni italiane in Albania e nel 2012 ne abbiamo organizzata una in Italia di una delegazione dei sindaci della zona e di autorità albanesi. Da queste missioni sono scaturiti l’impegno molto intenso di varie istituzioni, gruppi e individui locali. Una di queste esperienze, quella che vede tra protagonisti Silvano Zeni ed Eugenio Zugliani, è stata raccontata in un recente numero di Voci.

Il progetto di condivisione e di relazioni comunitarie italo-albanese è stato ispirato, per quanto possibile, a queste caratteristiche: essere condiviso integralmente con la comunità destinataria; definire le responsabilità di ciascuno degli attori coinvolti ed esplicitarle in un’apposita convenzione reciprocamente vincolante; essere improntato alla massima trasparenza, grazie anche ad una rendicontazione periodica programmata; ispirarsi esplicitamente al pensiero e all‘opera di Luigi, come si è cer- cato di descrivere in precedenza.

L’iniziativa di cooperazione è stata fin dall’origine promossa dalla nostra famiglia con l’intento di favorire la nascita di contatti e collaborazioni reciproche fra persone, comunità, gruppi, associazioni, istituzioni italiane e albanesi, secondo il tipico spirito della cooperazione comunitaria. Ora si è estesa a numerose altre persone, gruppi, associazioni ed enti, tra cui il Consorzio dei Comuni Trentini e l’Università di Trento.

Grazie a questi sforzi congiunti, il primo intervento di integrale rinnovamento del centro sanitario si è positivamente concluso. Il centro sanitario di Tamara in Kelmend, infatti, è stato completamente ristrutturato grazie ad una lunga serie di lavori che comprendono la riparazione del tetto, la messa in funzione di pannelli solari, il rifacimento di pavimenti, infissi e serramenti, lavori idraulici ed elettrici e l’imbiancatura dei locali. Questa iniziativa è davvero significativa nel ricordare Luigi, in quanto si avvicina a quello che è stato per anni un filone portante del suo impegno politico: infatti è stato a lungo anche assessore comprensoriale alla sanità.

A tal proposito in segno di riconoscenza, l’associazione di volontari “Mano amica”, con l'avallo dell'ULSS di Feltre, ha commissionato in suo ricordo un pannello che verrà posizionato all'entrata dell'Ospice “Le Vette” di Feltre.

Anche il secondo intervento si colloca in un tradizionale ambito di impegno di Luigi. E’ consistito nel rinnovamento integrale degli impianti di riscaldamento nelle scuole di Tamara in Kelmend e Vrith in Shkrel, per il quale hanno generosamente contribuito anche Paolo Zeni e Paolo Jagher.

Ora ci aspetta una terza importante sfida, per la quale abbiamo bisogno della collaborazione di tutti coloro che vorranno onorare la memoria di Luigi. Nella parte più alta del Kelmend, dove sorgono delle frazioni popolose ma davvero isolate e svantaggiate, sorge una sede distaccata del centro sanitario, purtroppo in condizioni molto critiche, per mancanza di fondi pubblici. Parliamo del diritto fondamentale alla salute, che noi Trentini abbiamo conquistato da tempo, ma che per secoli è stato negato alle valli, impedite dal loro isolamento. In alto Kelmend, se qualcuno sta male, viste le difficoltà nei collegamenti stradali, rischia veramente di morire prima di poter essere soccorso.

Le comunità locali dunque invocano la nostra collaborazione: aiutarli a sistemare anche quella struttura e dotare il Comune intero di mezzi fuoristrada adeguati per raggiungere anche le località più lontane e disagiate.
Un piccolo gesto di solidarietà da parte di ognuno di noi ci aiuterà a ricordare i tempi non lontani in cui non c’erano strade, ambulanze, elicotteri e altri mezzi ade- guati per offrire servizi sanitari ai cittadini. In questo modo gli anni potranno correre e il ricordo di Luigi potrà anche fatalmente affievolirsi, ma siamo certi che resterà il bene compiuto e adesso anche le relazioni solidali che in sua memoria stiamo costruendo.

Un invito per tutti. Vogliamo ricordare Luigi Zortea a 5 anni dalla sua scomparsa sabato 31 maggio nella chiesa arcipretale di Fiera di Primiero con una messa in suffragio e domenica 1 giugno, alla Badia di San Lorenzo di Trento, con una celebrazione ed un concerto del coro Laboratorio Musicale di Ravina, che eseguirà anche alcuni brani composti appositamente da Massimo per la ricorrenza.

In questa occasione lanceremo anche una pubblica sottoscrizione a favore delle iniziative di solidarietà con le comunità svantaggiate dei monti albanesi in sua memoria. Chi volesse darci una mano e contribuire può farlo lasciando un’offerta in quella occasione oppure al

VIS – Volontariato Internazionale per lo Sviluppo - Via Appia Antica 126 - 00179 ROMA con un bonifico all’IBAN IT70F0501803200000000520000 (causale “ricordando Luigi Zortea”).

Partecipate tutti alle celebrazioni, Luigi sarà contento di vedere che i legami nati in vita continuano e ne fanno fiorire altri, con amici vicini e lontani. Un grazie sincero a chi c’è stato e a chi ci sarà.

Giuliana, Massimo, Michela e Annalisa Zortea