Alluvione nei Balcani: i Salesiani all'opera a fianco della popolazione. Don Tihomir ci racconta la situazione nelle zone colpite

21 maggio 2014 - Oggi abbiamo incontrato Don Tihomir, ex Direttore della scuola salesiana di Zepce in Bosnia- Ergezovina. Ci siamo fatti raccontare da lui cosa sta succedendo nei Balcani con il dramma dell’alluvione di cui finalmente si stanno occupando anche i mezzi di informazione italiana. Il VIS si è attivato con una raccolta  fondi per aiutare la popolazione vittima di questa tragedia.  

1)  Come è la situazione nelle zone colpite ?

E’ dal 1892 che non si assisteva nella regione ad un evento così fuori dall’ordinario. Oltre le piogge torrenziali scese dal cielo, i corsi d’acqua che caratterizzano quelle zone sono straripati. Ad oggi anche dei semplici torrenti sembrano dei fiumi in piena. Zepce, dove sorge la casa salesiana, è rimasta scollegata da altri comuni e villaggi limitrofi a causa dell’acqua ma anche del pericolo frane causate dall’erosione del terreno. Per fortuna nelle ultime ore ha smesso di piovere, ma l’acqua che arrivava fino ai tetti di alcune case, oggi lascia il posto al fango. Tanto fango che porta con sé la consapevolezza della rovina dei raccolti, delle case, delle strade, la paura di malattie ed infezioni, Nei prossimi mesi ci sarà tanto da fare.

2) Come stanno le persone del luogo?

I miei confratelli, con i quali sono in contatto costante in queste ore di bisogno, mi dicono che le persone sono esterrefatte. Sono in silenzio davanti a tanta distruzione e ai pericoli che stanno correndo. La guerra è passata da soli 20 anni, a quelle ferite ancora non rimarginate si unisce ora il dolore di questa nuova tragedia.  Da 6 giorni sulle terre della Croazia, Bosnia ed Erzegovina e Serbia sta diluviando incessantemente, l’acqua ha raggiunto i tetti delle case, sono 100 mila le case distrutte, più di un terzo della popolazione è stata costretta ad evacuare dalle proprie abitazioni.

3) Cosa state facendo voi Salesiani per questa emergenza?

Stiamo assistendo la popolazione e abbiamo messo a disposizione i nostri spazi per il fabbisogno delle necessità primarie.  Le nostre strutture non hanno subito molti danni rispetto alla distruzione che ha portato l’alluvione in altre zone della città. Al momento vengono usate come luogo di transito: dove ci si può riscaldare, nutrirsi e farsi una doccia calda. Gli edifici infatti non hanno subito danni agli impianti per il riscaldamento dell’acqua e così possiamo offrire un importante sostegno alla popolazione in queste ore di disperazione e sconforto. E’ la scuola statale ad essere stata adibita dal Sindaco come punto di assistenza e ricovero perché è proprio accanto all’ospedale, più facile così per ricevere e dare aiuti.

Come Salesiani ci stiamo impegnando anche a organizzare una raccolta di aiuti, di beni di prima necessità. Sappiamo però che l’impatto duro della devastazione non si spengerà con questi primi giorni,e, affrontato il fango per le strade e nelle case, saranno molteplici i bisogni a cui far fronte. E’ stato emozionante, pur nella disgrazia, sapere che molti dei nostri studenti sono andati a prestare i soccorsi lì dove servivano.

4) Quali sono le conseguenze che comporta questo cataclisma?

Di aiuti in questo momento ne stanno arrivando parecchi, sono prevalentemente in cibo, vestiario, assistenza di tipo sanitario, farmaci. Pensiamo  però che questa alluvione abbia messo in ginocchio le popolazioni locali molto di più di quello che si possa pensare. I campi sono stati seminati e ora  sono inondati dalle acque: il raccolto ormai sarà nullo. Che si mangerà tra tre mesi?

Il pericolo di frane è già una realtà in corso d’opera; sono state bloccate molte vie di comunicazione. Oltre i fiumi si estendo le montagne e quest’invasione di acqua e fango non ha fatto altro che rendere più farraginoso il terreno, così che alle case lasciate a causa dell’inondazione, si aggiungono altri edifici a rischio e evacuati in tutta fretta.  E poi la bonifica delle terre, le infezioni e le malattie portate dall’acqua stagnante, il sistema fognario devastato, molto probabilmente completamente da ricostruire e le stesse strade avranno bisogno di essere rese nuovamente agibili.

Anche nelle case invase dall’acqua e mangiate dal fango non ci sarà tanta facilità di recuperare i mobili, tavoli, sedie.  L’acqua e il fango hanno spostato tutto, e con questo anche le vecchie mine anti uomo, ora non si sa proprio più dove sono e si temono i danni che potrebbero provocare. Questa situazione mi permette di immaginare che non sarà il primo mese di ricostruzione il più duro, ma anche i tempi a venire avranno tanto bisogno di sostegno e di duro lavoro.

5) L’alluvione, di cui mano a mano si sta ricevendo notizia, sta andando avanti da alcuni giorni, era un evento climatico prevedibile ed era possibile arginare i danni?

Il disastrastro delle piogge che sta invadendo da una settimana il nostro paese è un evento completamente inaspettato, una catastrofe climatica che aprirà un periodo duro di lavoro e ricostruzione ma soprattutto ci sarà bisogno di aiuti. No, non era un evento prevedibile, ne tanto meno arginabile, la forza della natura è stata più grande dell’opera dell’uomo e ci sono dei comuni e dei villaggi completamente sommersi ed isolati.

6) Come è nata l’attività dei salesiani a Zepce?

I Salesiani sono a Zepce dal 1994, quando subito dopo la guerra venimmo chiamati dal Cardinale si Sarajevo, il Cardinale Vinko Puljic, per riempire quelle vaste zone di desolazione che il conflitto aveva lasciato dietro di sé. Zepce, nel cantone di Zenica-Doboj, territorio a prevalenza musulmano, è una città con una limitata maggioranza croata. La città è conosciuta per la sua capacità di collaborazione e integrazione, un valore aggiunto dato dalla buona politica di cooperazione del suo sindaco, Mato Zovko, e dalla giovane età della sua popolazione. Abbiamo lavorato parecchio per aprire le nostre due scuole superiori e l’oratorio. Siamo riusciti a farlo anche grazie al sostegno del VIS e  siamo molto soddisfatti dei risultati. Uno dei problemi più grandi in un territorio colpito dalla guerra è quello di riuscire a dare valore all’istruzione. La povertà porta spesso la cultura del più forte e del più sveglio a predominare sulla formazione; le principali difficoltà le abbiamo riscontrate quindi nel ridare all’istruzione la giusta collocazione nelle aspettative della persone. Con il percorso delle nostre scuole intanto siamo arrivati a sostenere tra i 400 e i 500 studenti.

7) Cosa spera per il futuro?

Quello che ora spero dal profondo è che questa emergenza e tutto quello che essa comporterà nella ricostruzione e nella crescita nel futuro possa ricevere da parte della comunità internazionale la giusta attenzione. Noi Salesiani di Don Bosco stiamo facendo la nostra parte, continueremo a farlo con il sostegno di tutti coloro che vorranno darci un aiuto.

PER SOSTENERE LA POPOLAZIONE COLPITA DALL'ALLUVIONE.

Causale da indicare: alluvione Balcani 2014

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