8 agosto 2013 - È festa nazionale in Myanmar, la ex Birmania, dove oggi si festeggia l’anniversario dei 25 anni dall’insurrezione popolare, cominciata come una rivolta studentesca e passata alla storia come “l’8-8-88″ che ha avviato il processo per la democratizzazione nel paese. Per la prima volta, i festeggiamenti sono stati ufficializzati anche a Rangoon, ex capitale oggi sostituita da Naypyidaw.
Alle proteste dell’agosto 1988 presero parte centinaia di migliaia di cittadini guidati da un manipolo di studenti, le cui manifestazioni furono brutalmente represse dai militari: oltre 3000 persone rimasero uccise e migliaia furono incarcerate. Aung San Suu Kyi emerse come leader del movimento per la democrazia, inaugurando un cammino che sarebbe durato più di un quarto di secolo.
Suu Kyi, oggi leader all’opposizione, terrà un discorso al paese nel pomeriggio. L’attuale governo riformista ha tacitamente approvato le celebrazioni anche se alcuni generali vicini al potere civile subentrato nel novembre 2010 alla giunta militare, sono implicati nelle violenze ai danni degli attivisti.
In occasione del giubileo d’argento della rivolta, Human Rights Watch (Hrw), ha auspicato l’apertura di un’inchiesta sui fatti del 1988, determinando responsabilità e assicurando i colpevoli alla giustizia. In un’intervista al quotidiano Irrawadi, uno dei leader di “Generazione 88″, Min Ko Naing ha auspicato “giustizia e riconciliazione” per il futuro, sottolineando che “il cammino per la verità è ancora lungo”.
Dal 2011 ad oggi il presidente Thien Sein ha introdotto una serie di riforme politiche ed economiche, provveduto alla scarcerazione di numerosi prigionieri politici e concesso maggiore libertà di stampa. Il percorso di progressiva democratizzazione del paese è stato accompagnato dall’annullamento delle sanzioni internazionali.