2 agosto 2013 - “Gli Stati parti adottano ogni misura legislativa, amministrativa, sociale ed educativa per tutelare il fanciullo contro ogni forma di violenza, di oltraggio o di brutalità fisiche o mentali, di abbandono o di negligenza, di maltrattamenti o di sfruttamento”: così si apre l’articolo 19 della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, il trattato in materia di diritti umani più ratificato al mondo. Eppure, come denuncia il direttore dell’UNICEF, Anthony Lake, la violenza contro i bambini è una piaga che affligge ancora tutti i paesi e tutte le culture.
Le statistiche a riguardo sono purtroppo poche e datate, ma il quadro che ne emerge è preoccupante. Secondo le stime dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro, la tratta di esseri umani coinvolge oltre un milione di bambini ogni anno, mentre l’OMS rende noto che 150 milioni di ragazze e 73 milioni di ragazzi sotto ai 18 anni sono stati vittima di violenza e sfruttamento sessuale.
Episodi simili, troppo spesso ignorati perché avvengono in privato o non lasciano cicatrici evidenti, non possono più passare sotto silenzio. È per questo che l’UNICEF invita governi, legislatori e cittadini a far sentire la propria voce: la nuova iniziativa #ENDViolence Against Children, il cui slogan è proprio “Rendiamo visibile l’invisibile”, è appena stata lanciata con un video narrato dall’Ambasciatore di buona volontà Liam Neeson.
Per sensibilizzare, informare e coinvolgere l’opinione pubblica, da ieri è online anche il sito della campagna, su cui è possibile trovare dati, testimonianze e idee per fare la differenza. Per citare ancora una volta Anthony Lake, "ogni volta che un bambino subisce un atto di violenza, ovunque esso si trovi, dobbiamo farci sentire e manifestare la nostra indignazione e la nostra rabbia".