24 luglio 2013- “Come se una bomba cancellasse Popayán: 220.000 colombiani hanno perso la vita tra il 1958 e il 2013 a causa della guerra. Ancora più aberrante risulta sapere che 176.000 erano civili. O che 27.023 sequestri sono stati intimamente legati alla barbarie di questa guerra prolungata. O che ci sono 10.189 colombiani amputati o uccisi dalle mine antipersona. O che il numero dei ‘desplazados’ (sfollati) dai fucili o dai proiettili in questi 55 anni rappresentano la popolazione di paesi come l’Irlanda, la Costa Rica, o il Congo: 4,7 milioni”.
Così Juan David Laverde Palma introduce sul prestigioso quotidiano El Espectador la presentazione del rapporto “Basta ya! Colombia: memorias de guerra y de dignidad”, lo studio più completo del conflitto colombiano, stilato dal Centro Nacional de Memoria Histórica de Colombia.
Il rapporto, a cui per cinque anni hanno lavorato 21 ricercatori coordinati da Gonzalo Sánchez, documenta, fra l’altro, 1982 massacri negli ultimi tre decenni: nel 59% dei casi i responsabili sono stati i paramilitari, nel 17% la guerriglia, nell’8% la forza pubblica. Lo studio sarà consegnato oggi in via ufficiale al presidente Juan Manuel Santos.
Tra il 1981 e il 2012, si legge in un altro passaggio del rapporto, sono stati documentati 23.154 omicidi mirati. Quattro su 10 sono stati commessi da ‘esercito privati’. Nel 27% dei casi non si è saputo chi ha ordinato di eseguirli. Nel 16,8% dei casi la responsabilità va ascritta alla guerriglia.
“E, ciononostante – sottolinea Laverde – una delle conclusioni più gravi è che oltre il 10% di questi crimini selettivi è stato commesso dalla forza pubblica”.
(Fonte: MISNA)