Quale è il VALORE DELL'AIUTO? Leggi il rapporto annuale di Agire

23 maggio 2013 - Aiuti umanitari che diminuiscono a fronte di bisogni umanitari globali che crescono a causa della galoppante crisi economica, della nascita di nuovi conflitti armati e del netto aumento dei disastri naturali. Investimenti ancora non adeguati nella prevenzione e riduzione del rischio: solo il 3,9% degli aiuti destinati a questo obiettivo, mentre sarebbe fondamentale arrivare al 10%. E’ questa, in sintesi, la poco incoraggiante fotografia scattata  da AGIRE, l'Agenzia Italiana Risposta alle Emergenze della quale il VIS è parte, nal rapporto annuale  “Il Valore dell’Aiuto”, presentato ieri alla Camera dei Deputati.

La ricerca disegna un quadro complessivo dei fondi umanitari pubblici e privati stanziati per rispondere alle emergenze umanitarie internazionali soffermandosi sull'importanta dei programmi di prevenzione e mitigazione dei rischi.

Secondo Gianni Rufini, presidente del Comitato dei Garanti di AGIRE e relatore della presentazione: “Il sovrapporsi di tre crisi globali (quella economica, quella ambientale, e quella politica) sta causando un drammatico aggravamento delle condizioni di vita di miliardi di esseri umani. Il numero dei conflitti armati è nuovamente in crescita, i disastri naturali si sono moltiplicati per otto negli ultimi trent’anni, e le proiezioni più credibili ci parlano di un miliardo di migranti forzati nei prossimi trenta. Se l’aiuto umanitario rappresenta una delle poche polizze d’assicurazione contro il collasso del pianeta, è arrivato il momento di pagarne le rate. Certo, non con finanziamenti che già oggi riescono a coprire meno di due terzi dei bisogni, e tantomeno con investimenti in prevenzione che impegnano percentuali ridicole del budget degli aiuti.“

Il rapporto di AGIRE “Il Valore dell’aiuto” traccia un quadro sulle risorse economiche per l’assistenza umanitaria ed è uno strumento importante per comprendere le dinamiche e il significato delle politiche che l’Italia e gli altri paesi donatori stanno conducendo in questo complesso ambito. Ma evidenzia anche le sfide necessarie per garantire una migliore risposta umanitaria e una maggior tutela della vita e del benessere di centinaia di milioni di persone.

 

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