20 maggio 2013 - Sono ripresi gli scontri nel Nord Kivu. Ce lo conferma la nostra volontaria internazionale a Goma, Monica Corna, con una email arrivata proprio questa mattina. "Da due giorni sono ripresi i combattimenti tra M23 e FARDC, ora son a 12 Km da Goma. Per ora la città segue i ritmi normali, scuole e negozi sono aperti."
E' vivido il ricordo delle 12mila persone accolte pochi mesi fa nel Centro Don Bosco Ngangi e, con la speranza che la popolazione non si trovi di nuovo in pericolo e costretta a fuggire, seguiamo con attenzione l'evolvere della situazione.
Il colonello Olivier Hamuli, portavoce dell'esercito congolese (FARDC), ha confermato la ripresa degli scontri, ma non è stato in grado di precisare se ci sono state vittime.
Il Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon è atteso mercoledi in Repubblica Democratica del Congo nel quadro di una serie di visite che prevedono le tappe di Goma, Kigali (Rwanda) e Entebbe (Uganda).
I contrasti tra l'M23 e l'esercito governativo sono iniziati da circa un anno, quando ha visto la luce questo movimento formato dagli anziani militari congolesi. Sono culminati con la presa di Goma a fine novembre, lasciata dopo una decina di giorni di occupazione con la promessa di un dialogo con Kinshasa. Da allora i ribelli sono rimasti a qualche chilometro dalla città.
Il governo e le Nazioni Unite sostengono che i ribelli sono sostenuti da due paesi vicini, Ruanda e Ugana. Sostegno che i due paesi negano.
Di fronte al persistere del movimento M23 e dell'azione di altri, numerosi, gruppi armati nell'est del Congo, le Nazioni Unite hanno deciso a fine marzo di creare una forza di intervento con un mandato militare rafforzato diverso da quello della Missione Onu per la Stabilizzazione del Congo (MONUSCO) che era quello di mantenere la pace e proteggere i civili. Il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha autorizzato l’invio di una “brigata di intervento” con un mandato senza precedenti ad agire militarmente contro i gruppi di ribelli, al fine di riportare la pace nell’est del Paese, devastato dal conflitto.