16 maggio 2013 - Il difficile percorso di trasformazione dell’Egitto dopo la “primavera” del 2011 si può leggere anche sui muri delle città. Con la fine del regime di Mubarak, si sta facendo, infatti, strada nel Paese una nuova forma di espressione: la street art.
Il panorama metropolitano del Cairo, di Alessandria, Mansoura, Luxor e di altre città si sta colorando di graffiti e murales. Molti hanno contenuto politico. Ma ad essi se ne stanno affiancando altri che inneggiano alla dignità e alla parità di diritti della donna.
I graffiti sono il volto pacifista della guerrilla urbana. E’ grazie ad essi che i volti delle vittime della rivoluzione hanno sostituito nella memoria collettiva il ritratto di Mubarak. Ma essi non sono solo un messaggio politico al vecchio e al nuovo regime ma anche “un’appassionata lettera d’amore all'altra metà dell’universo”. Graffiti che raffigurano le donne si trovano ormai in ogni angolo di strada insieme a slogan che inneggiano alla parità dei sessi. Nell'Egitto in trasformazione si è infatti aperta una grande opportunità di emancipazione per le donne.
Ma non mancano fenomeni inquietanti di violenza e molestie. Nel solo giorno del secondo anniversario della Rivoluzione (il 25 gennaio 2013), almeno 25 donne sono state aggredite sessualmente da bande di ragazzi intorno a Piazza Tahrir. Anche gli street artist hanno raccolto questa sfida con campagne di comunicazione mirate. Una sfida che non è rivolta all’Islam ma alla società patriarcale.
L'emancipazione al muro di Elisa Pierandrei - Popoli, n. 5, maggio 2013
fonte: redattore sociale