20 marzo 2013 - Il generale Bosco Ntaganda si è consegnato la mattina del 18 marzo all’Ambasciata Statunitense di Kigali in Rwanda. La notizia sorprende se si conosce Basco Ntaganda, ricercato dalla Corte Penale Internazionale (CPI) per crimini di guerra dal 2006 e leader dei ribelli del CNDP (Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo) dal 2008, nella cui posizione ha potuto godere di illeciti privilegi dovuti alla gestione delle risorse minerarie della zona. In seguito alla firma, il 23 marzo 2009, di un accordo di pace con il governo di Kinshasa, era stato integrato con tutti i suoi uomini nei ranghi dell’esercito regolare. Ha poi fondato,deluso dalla politica di Kinshasa, il movimento di dissidenti M23 con il quale era riuscito a prendere Goma, capitale e fulcro geostrategico della provincia del Nord Kivu.
Siamo in contatto con i nostri volontari che operano al Centro Don Bosco Ngangi dove il VIS-Volontariato Internazionale per lo Sviluppo insieme alla comunità salesiana accoglie oltre 3300 bambini e giovani in condizioni di povertà e vulnerabilità. La nostra volontaria Monica ci ha riferito che la popolazione ha accolto tiepidamente la notizia, nella convinzione che Ntaganda messo in minoranza e sconfitto dalla fazione interna dell’M23 facente capo al generale Sultani Makenga, possa essersi consegnato all’interno di un gioco politico che coinvolge il Rwanda stesso secondo quanto affermato anche nel rapporto stilato dagli esperti delle Nazioni Unite nell’Ottobre del 2012 http://www.paceperilcongo.it/2012/10/19/.
L’ambasciata statunitense dovrà ora decidere se consegnare il generale alla Corte Penale Internazionale che lo giudicherebbe per i crimini di guerra di cui è accusato.
Gli Stati Uniti non figurano tra i paesi firmatari degli accordi di Roma che definiscono il funzionamento e la giurisdizione della corte dal 1998, ma il ruolo attivo che gli Usa hanno avuto nei diversi tentativi di risoluzione dei conflitti in Repubblica Democratica del Congo fanno pensare che il ricorso alla corte penale internazionale sia una soluzione auspicabile anche per il governo americano.
Il VIS guarda con attenzione e fiducia a un eventuale percorso internazionale che possa ristabilire verità e giustizia sui fatti che hanno interessato la Repubblica Democratica del Congo.
Speriamo che la scomparsa di Bosco Ntaganda dai campi di battaglia costituisca un ulteriore passo in avanti dopo gli accordi di Addis Abeba del 24 Febbraio 2013 per una pacificazione dell’area est della Repubblica Democratica del Congo.
Valentina Filigenzi
Settore Comunicazione VIS